Valganna – Passeggiata dalla Badia alla Cascata
- QUANDO ANDARCI: Primavera ed estate
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
- CONSIGLIATO PER: Tutti, comprese le famiglie
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 3 ore (A/R) più il tempo della sosta o del pranzo al sacco
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 8 km (A/R), sempre pianeggiante
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, consigliati gli scarponcini
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Acqua, pranzo al sacco, torcia, cappellino per il sole
In Valganna una delle economie principali fino alla fine degli anni ’70 (del 1900) era rappresentata dall’industria mineraria, che si occupava dell’estrazione e della trasformazione delle materie prime minerali provenienti dalle miniere Valvassera. Per più di 150 anni si è scavato in profondità creando una rete di cunicoli sotterranei lunghi chilometri per estrarre metalli preziosi come oro e argento.
All’ingresso della zona del complesso delle miniere era presente una grande struttura (ora fatiscente) che fungeva da alloggio e dormitorio per i lavoratori della miniera, con annessi uffici, cucine, locali tecnici funzionali alla lavorazione del materiale estratto e magazzini di stoccaggio. Il clou del lavoro si svolgeva in cima alla montagna: qui si trovavano gli ingressi delle gallerie che portavano verso il cuore della montagna, in cui venivano estratti grossi pezzi di roccia, trasportati all’esterno a mano oppure grazie a carrelli posti sopra binari. Una volta fuori veniva effettuato il primo processo di pulizia in cui le parti esterne grossolane e non utili venivano rimosse, caricando poi su dei carrelli diretti verso la zona di lavorazione posta ai piedi della montagna solo il materiale veramente lavorabile.
I minerali estratti da questa miniera venivano poi venduti alle grandi industrie metallurgiche italiane, soprattutto nel periodo dell’industrializzazione di fine ‘800 ed in quello delle Grandi Guerre. Purtroppo, successivamente agli anni ’40 (1940), il crollo del mercato metallurgico Europeo non giovò alle tantissime e piccole zone estrattive presenti in Italia, che si ritrovarono improvvisamente con un brusco calo di richiesta e la conseguente chiusura.




Una passeggiata molto semplice e pianeggiante che si può trovare in provincia di Varese è sicuramente quella tracciata dal Sentiero E della Valganna, che parte dalla Badia di Ganna ed arriva fino ai resti delle miniere abbandonate in Valvassera, con un pezzo aggiuntivo nel caso si voglia fare un fuori pista.
Distante in automobile un’ora e mezza da Milano e due ore scarse da Bergamo, è facilmente raggiungibile grazie al collegamento autostradale ed alla provinciale che portano direttamente nel piccolo paesino di Ganna, dov’è possibile lasciare l’automobile nel parcheggio del campo sportivo posizionato dietro alla Badia. Una volta qui, l’ingresso del sentiero boschivo affacciato sulla strada dista un centinaio di metri, indicato dai primi cartelli informativi che ci raccontano la flora e la fauna di questa zona, con una mappa dell’intero percorso.
Si tratta di una passeggiata adatta a tutti, neofiti e famiglie, ben segnalata dall’inizio alla fine con molti cartelli direzionali e quasi sempre sottobosco e quindi coperta dal sole, pianeggiante per tutta la sua durata e percorribile a piedi oppure in bici, con tanti punti d’interesse come la nuova postazione d’osservazione per il birdwatching o la cappella di San Gemolo con l’area picnic annessa. Nei pressi della torbiera saranno visibili (in base alla stagione) anche delle vasche circolari con paletti in legno dentro la quale trovano riparo e rifugio le uova di rana, nella zona paludosa nei pressi della vasca contenitiva è possibile imbattersi con un po’ di fortuna in un airone rosso oppure in un migliarino di palude, mentre nel tratto che porta verso le miniere saranno visibili (ed anche nascosti dalla vegetazione) i plinti in calcestruzzo dei piloni che facevano parte della struttura sulla quale poggiava la ferrovia che collegava le miniere a Ganna.
La fine del sentiero porta al varco d’ingresso della zona delle miniere Valvassera, in totale stato di abbandono fin dalla cessazione dell’attività avvenuta a metà degli anni ’60 a causa del crollo del mercato Europeo metallurgico dopo le due grandi guerre. Qui sono ancora visibili alcune strutture, anche se inglobate dalla vegetazione, e si capisce quanto quest’area fosse stata molto viva lavorativamente parlando.
Come anticipato ad inizio articolo, esiste un pezzo aggiuntivo bonus e fuori pista non segnalato che porta fino alla cascata nascosta della miniera, raggiungibile solamente risalendo il letto del fiume e quindi camminando al suo interno. Qui in particolare il colore rosso è dominante, presente sia nei ciottoli del fiume che sulle pareti della montagna, e questo fa capire subito come mai negli anni passati vi era un grande interesse minerario per questa zona, dovuto proprio alla massiccia presenza di ferro che a contatto con l’aria si ossida diventando di colore rosso, oltre agli altri minerali e metalli che venivano estratti.
ATTENZIONE: Quasi tutte le volte che ho percorso questo sentiero ho avvistato degli animali selvatici, come volpi e cinghiali, alla quale è facile (e meglio) stare alla larga rimanendo sul percorso principale, oltre agli innocui caprioli, vari volatili e lepri. Occhi aperti soprattutto se decidete di risalire il fiume durante il periodo estivo perché essendo l’unico corso d’acqua in zona, il caldo porta gli animali ad abbeverarsi qui ed è facile avvistare qualcosa, come per esempio la Vipera Aspis (riconoscibile dalla sua testa triangolare) che sollazza sulle rocce calde. Mantenete la giusta distanza ed evitate movimenti bruschi, soprattutto non lanciate nulla!
Una passeggiata in cui poter ripercorrere le tracce della vecchia ferrovia della Valganna ed alla scoperta della cascata nascosta, alla quale è possibile agganciare altri punti d’interesse da visitare come il tour della Valle Fredda alla scoperta della storia di San Gemolo, la visita sotterranea all’orrido di Cunardo oppure le tre cascate della Ferrera di Varese.