Orrido di Cunardo

Punto GPS del Ponte Niv
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Primavera, estate ed autunno
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, non adatto a persone claustrofobiche
  • DURATA DEL PERCORSO: Il percorso esterno 30 minuti, la visita interna (A/R) 40-50 minuti
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Il ramo fossile è lungo 120 metri con 30 metri di dislivello sottoterra
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Kway, pantaloni lunghi, stivali in gomma o scarponcini
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Torcia frontale o normale, un caschetto, dei guanti, acqua
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

Una leggenda locale molto affascinante legata al torrente Margorabbia ed all’Orrido di Cunardo, una grotta sotterranea di origine carsica formatasi nel corso dei millenni grazie alla forza erosiva dell’acqua, è sicuramente quella soprannominata “Il mugnaio ed il diavoletto“. Tale leggenda ha come soggetto il Margorabbia ed è ambientata in un mulino costruito poco dopo la sua fuoriuscita dalla grotta, alla fine di una ripida vallata dove il fiume scorre e frange le sue acque: qui un vecchio mugnaio, che non credeva alle leggende sugli spiriti di questo bosco e fiume, lavorava in tutta tranquillità e percorreva l’impervia stradicciola che collegava il mulino al paesino anche nelle ore notturne asserendo di non aver mai incontrato nessuno di questi spiriti.

Una notte, terminato il suo lavoro quotidiano, serrò l’ingresso del mulino e s’incamminò sulla via di ritorno verso casa pensando al pasto caldo ed al letto che lo attendevano, ma giunto ad un bivio qualcosa rubò la sua attenzione: poco lontano notò una strana luce ed impaurito si blocco. Da lontano non riusciva a capire di che cosa si trattasse ed a scorgere il motivo di questo bagliore, fino a ché ad un certo punto prese coraggio decidendo di avvicinarsi e, con grande sorpresa, vide per terra un bambinello nudo che non piangeva o tremava dal freddo. Il mugnaio sul momento rimase turbato da tale scoperta, ma amorevolmente si chinò e prese il bimbo, decidendo di portarlo in paese per trovare una soluzione a questo misfatto: il pargolo era quieto tra le sue braccia, mentre i pensieri dell’uomo erano nei confronti della madre che aveva avuto il coraggio di abbandonarlo in un luogo così remoto solo per celare un peccato d’amore. Ricominciò ad incamminarsi verso casa pensando ad una soluzione, quando incuriosito volle vedere meglio il bambino decidendo di sollevarlo in alto per sfruttare la luce delle stelle ma, spaventato ed inorridito dalle due piccole corna sulla sua fronte, l’uomo ripensò immediatamente alle leggende che si raccontavano in paese e con un gesto istintivo lo scaraventò per terra. Non appena l’infante toccò terra, una grande vampata di fuoco si generò in quel punto ed il mugnaio ne venne avvolto ed abbagliato, ma una volta diradate le fiamme esso si ritrovò da solo e sull’orlo di un burrone senza fine.

Fonti utilizzate per scrivere l’articolo: Valganna Info

L'esplorazione

Con questo articolo voglio farvi conoscere un bellissimo punto d’interesse di origine naturale, esplorabile da chiunque ma con le dovute precauzioni ed il giusto equipaggiamento, dopo aver percorso un breve sentiero boschivo che porta fino all’ingresso di questa discesa negli inferi.

Prima di tutto si punta il navigatore in direzione Cunardo, un piccolo paesino dell’alto varesotto e nel territorio del Parco Regionale Campo dei Fiori, distante in automobile un’ora da Milano ed un’ora e mezza da Bergamo. Una volta in zona bisogna raggiungere l’area picnic con parcheggio collocata lungo la strada che porta alla Ferrera di Varese, dopodiché proseguire a piedi e scendere nel cuore del bosco fino alla bocca d’ingresso principale dell’Orrido di Cunardo: una grotta sotterranea di origine carsica internamente divisa in due percorsi, visitabile tutto l’anno tranne in caso di forti piogge che ne allagano le grotte.

Il percorso di visita guidato teoricamente comincia all’altezza di Ponte Niv, localizzato fuori dal bosco ed è il punto in cui il torrente Margorabbia cade nella grotta, per poi spostarsi verso l’ingresso del sentiero che discende nel bosco e raggiunge l’Orrido minore (attraversabile da parte a parte) fino alla piccola cascatella, e virare infine verso la zona d’accesso dell’Orrido maggiore (che porta il nome di Orrido di Cunardo).

Largo oltre i 20 metri e nascosto tra gli alberi, il cinematografico ingresso dell’Orrido presenta esternamente una discesa con scalini di legno ed una piccola scala in acciaio, mentre al suo interno sono presenti due percorsi con due difficoltà differenti percorribili con la giusta attrezzatura:

  • C’è il ramo fossile, che rappresenta il vecchio corso d’acqua del torrente ora secco e considerato di difficoltà semplice. La sua esplorazione sotterranea inizia seguendo il tunnel sulla destra, con una lunghezza di 120 metri ed un dislivello negativo di 30 metri, attrezzato con catene corrimano ben ancorate alle rocce e scalette che ne facilitano la percorrenza. A metà percorso è posizionato l’Antro dei Pipistrelli, sezione in cui risiedono alcune colonie di chirotteri, mentre fuoriuscendo dalla grotta ci si troverà di fronte ad una sequenza di cascate del torrente.
  • L’altro percorso è il ramo attivo, lungo la quale ancor oggi scorre il torrente Margorabbia, di difficoltà maggiore e quindi destinato a persone esperte, fisicamente preparate ed accompagnate da guide speleologiche. Il suo punto di partenza è posizionato a sinistra e trova immediatamente il corso d’acqua proveniente da Ponte Niv e che attraversa il lago Sferico ed il lago Ignioto, con una lunghezza di 180 metri circa e che si divide in una prima parte interna chiamata “variante di rientro” ed una seconda parte esterna alla grotta e parallela al torrente. Tutto il percorso è quasi sempre attrezzato con catene corrimano fissate alle rocce e presenta diversi passaggi stretti o in acqua che implicano una preparazione atletica migliore, attraversando due zona interne che portano il nome di Antro dei Morti e Grotta della Madonnina.

Procedendo con la visita interna dei percorsi, che avviene a proprio rischio e pericolo ed è fortemente sconsigliato effettuarla in solitaria, si capisce quanto la forza erosiva dell’acqua abbia modellato la roccia scavandola insistentemente per migliaia di anni fino a crearsi un tragitto lungo la quale scorrere, si possono osservare da vicino stalattiti e stalagmiti calcaree formatesi nel tempo grazie alle infiltrazioni nella roccia, ci si può imbattere in qualche esemplare di chirottero nascosto nei piccoli anfratti (quindi fate sempre attenzione a non disturbarli o convogliare su di loro il fascio di luce della torcia). L’utilizzo di un kway o di una tuta impermeabile serve per ovviare alle infiltrazioni d’acqua ed al cambio di temperatura, delle calzature antiscivolo garantiscono un maggiore attrito e sicurezza sulle rocce bagnate, la torcia frontale o da petto permette d’avere le mani libere per approcciare alle catene corrimano.

Alcune delle raccomandazioni che posso darvi col fine di farvi approcciare alla visita in grotta con maggior sicurezza sono le seguenti:

  1. Entrare solo se siete 2 o più persone (consigliabile almeno 3) per un fattore di sicurezza in caso di incidenti interni.
  2. Non entrare in caso di forti piogge per il rischio di piena.
  3. Non entrare in caso ci siano dei rilasci idrici improvvisi dalla diga a monte.
  4. Non entrare se soffrite di claustrofobia.
  5. Auto-valutate in maniera sincera il vostro grado di condizione atletica poiché il percorso riserva cambi di direzione e movimenti repentini da fare.
  6. Entrare solo se forniti di torcia perché non ci sono fonti di luce naturale interne.
  7. Entrare con l’abbigliamento adeguato per via delle condizioni climatiche interne (consiglio un kway) e con le calzature giuste poiché il terreno sotto i vostri piedi risulterà scivoloso e non uniforme (consigliati stivali in gomma o scarponcini).
  8. È fortemente consigliato l’utilizzo del caschetto di sicurezza, anche se i pericoli del percorso semplice “RAMO FOSSILE” sono ridotti al minimo.
  9. È severamente vietato toccare o asportare le concrezioni interne (stalattiti e stalagmiti).
  10. Non disturbare o provocare i chirotteri (pipistrelli) e le loro colonie che si trovano negli anfratti all’interno della grotta.

Se siete interessati ad approfondire l’argomento oppure organizzare delle visite guidate per gruppi di persone o scolaresche, vi rimando al Gruppo Speleologico Prealpino – GSP che è composto da persone molto più specializzate e preparate di me riguardo a questo luogo e questo argomento, mentre un altro punto d’interesse visitabile qui vicino è sicuramente l’area delle Cascate della Ferrera di Varese.

error: Questo contenuto è protetto da copyright!