Linea Cadorna – Monte Piambello
- QUANDO ANDARCI: Primavera o estate
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
- CONSIGLIATO PER: Escursionisti ed escursionisti esperti
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 6-8 ore per percorrere il giro completo
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Giro ad anello di 16-18 km, dislivello fino a 600 metri
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Sportivo e tecnico, scarponcini obbligatori
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Bacchette, occhiali da sole, 2 litri d’acqua, pranzo al sacco, torcia
- SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
Il sentiero E/1 di hiking di Cuasso al Monte è un giro ad anello di media-alta difficoltà, con un dislivello variabile e costante vista la presenza di molteplici salite e discese, in cui gli scarponcini risultano fondamentali per via del fondo irregolare ed i fuoripista. Qui è possibile osservare la Linea Cadorna e le sue fortificazioni difensive fatte realizzare dal Gen. Luigi Cadorna tra 1899 ed il 1916 con lo scopo di proteggere il territorio italiano dell’invasore straniero durante il conflitto della prima guerra mondiale.
- Si parte dal parcheggio in Via della Croce, per procedere verso il primo POI (punto di interesse) rappresentato dalla Bocchetta dei Frati, punto di snodo dei vari percorsi.
- Da qui è possibile raggiungere il secondo POI in cui è possibile trovare ricoveri e fortificazioni della Linea Cadorna poste in cima al Monte Derta, oltre la quale è situato anche situato il primo belvedere di questa zona godibile salendo sul Sasso Paradiso.
- In zona nord-ovest c’è il terzo POI, raggiungibile percorrendo una strada in moderata ascesa fino ad un’area caratterizzata dalla presenza di molti massi di porfido di differente dimensione, il più grosso dei quali è detto Sasso di Bol.
- La cima del monte Piambello rappresenta il quarto POI, raggiungibile intraprendendo la mulattiera che porta verso il vecchio osservatorio militare scavato nella roccia a 1125 m s.l.m., con tanto di postazioni di artiglieria.
- Per raggiungere il quinto POI basta scendere dal lato opposto dal quale si è saliti, raggiunti i ruderi di una casermetta bisogna svoltare a sinistra per imboccare la ex strada militare con segnavia E/1, in modo da ritornare alla Bocchetta dei Frati. Si continua quindi sul sentiero E/1 a sinistra che porta verso Cuasso. Dopo 100 m circa bisogna prendere la deviazione che porta alle Rocce Rosse, antiche fortificazioni militari dalla quale è ben visibile il lago di Lugano ed il Monte Poncione.
Il rientro a Cuasso al Monte rappresenta l’ultima tappa: basterà percorrere a ritroso la deviazione per le Rocce Rosse e tornare sul sentiero E/1, quindi scendendo fino ad imbattersi in alcune baite, poi al centro del paese.




In una giornata estiva in cui non sai cosa fare, puoi solo buttarti in un’impresa non da poco: scalare una montagna camminando lungo ogni suo sentiero. Con lo zaino pronto e l’attrezzatura giusta, sono partito verso nord fermandomi a Cuasso al Monte, un piccolo comune sul confine provinciale di Varese e nazionale con la Svizzera, per intraprendere il giro ad anello del Monte Piambello e raggiungere la sua cima posta a 1125 metri d’altitudine.
Raggiunto il parcheggio, distante in automobile un’ora e 20 da Milano ed un’ora e mezza abbondante da Bergamo (vi lascio ad inizio articolo il punto GPS), si parte con l’hiking in cui percorrere un sentiero ben segnalato dai tanti cartelli informativi (aggiornamento 2023: è stata potenziata la presenza di cartelli e migliorata la traccia del sentiero) ed incontreremo i tanti punti d’interesse facenti parte della Linea Cadorna, strutture e fortificazioni realizzate antecedentemente alla prima guerra mondiale con lo scopo di proteggere il territorio italiano dalle possibili invasioni delle truppe Austro-Ungariche.
- Il primo punto è l’Alpe della Croce, dalla quale parte una deviazione verso il Monte Derta, in cui è possibile visitare alcuni camminamenti e fortificazioni sotterranee, oltre che godere di un bel panorama dal Sasso Paradiso sul lago di Lugano e su parte delle Prealpi ticinesi e comasche.
- Continuando si raggiunge l’Alpe Boscaccio, una zona boschiva caratterizzata dalla grande presenza di faggi secolari.
- Nello stesso punto è presente il primo crocevia che porta a 3 punti d’interesse: si può seguire il cartello che indica la Bocchetta dei Frati ed attraversare il bosco di faggi secolari che nascondono due bunker sotterranei (forse adibiti a magazzino) all’altezza della Bocchetta Stivione, oppure intraprendere il sentiero in salita che percorre a mezza costa le pendici orientali del Monte Piambello fino a raggiungere il quadrivio del Sasso di Bol. Da evitare sicuramente la strada in discesa che porta verso il paese di Marzio altrimenti si va fuori pista.
- Proseguendo quindi in ascesa si raggiunge un’area caratterizzata dalla presenza di diversi massi di porfido color rossastro, il più grosso dei quali è chiamato Sasso di Bol, riconoscibile dai gradini scavati artificialmente e dalla vista panoramica una volta scalato.
- Il sentiero continua imboccando una deviazione in salita che porta alla cima del Monte Piambello, che nasconde alcune insidie come un fondo sconnesso e ghiaioso, una percentuale di ripidità elevata (sono 180 metri di dislivello in 800 metri di camminata) e la scarsa presenza di segnaletica. Una volta a destinazione è possibile godere di un’ampia vista sulla zona circostante e visitare i resti di quello che era il vecchio osservatorio militare scavato nella roccia, comprensivo di diverse postazioni d’artiglieria.
- Scendendo dal lato opposto rispetto a quello in cui si è saliti, seguendo il segnavia E/1 verso l’intersezione della Bocchetta dei Frati e dalla quale è possibile anche raggiungere la Bocchetta Stivione per visitare i bunker sotterranei, si chiude un piccolo giro ad anello che porta al primo crocevia.
- Continuando sul sentiero E/1 in direzione Cuasso al Monte, si devia in salita verso un ultimo ed importante punto d’interesse che sono le Rocce Rosse, delle fortificazioni militari scavate nella roccia viva e contenenti al loro interno una ramificazione di cunicoli e caverne che nascondono un belvedere sul Lago di Lugano, sul Monte Poncione e sul Monte Campo dei Fiori.
- Ripercorrendo a ritroso la deviazione per Rocce Rosse, bisogna intraprendere il sentiero E/1 che porta verso Cuasso al Monte, ma qualcosa è andato storto a causa della segnaletica mancante e che ha indotto me e Luca a sbagliare, finendo sulla deviazione che porta all’ospedale e costringendoci poi ad intraprendere il sentiero che verso Imborgnaga, dalla quale abbiamo proseguito a piedi per altri 3 km lungo la provinciale fino ad arrivare all’automobile.
Si tratta di un sentiero escursionistico ed esplorativo molto impegnativo viste le tante difficoltà presenti, prima tra tutte la mancanza di segnaletica (risolta negli anni successivi) e fonti d’acqua, partendo quindi preparati e con almeno 2 litri d’acqua nello zaino. Il dislivello totale è una componente che si fa sentire, soprattutto perché si tratta si un giro ad anello molto altalenante pieno di salite e discese, da affrontare con la calzatura giusta ed un tracker GPS.