Linea Cadorna – Monte Marzio

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutte le stagioni, soprattutto in primavera
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, la deviazione verso Sasso di Bol è classificato per escursionisti ed escursionisti esperti
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 5 ore per fare tutto il giro ad anello
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Giro ad anello di 14 km, dislivello positivo fino a 400 metri
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Sportivo e tecnico, scarponcini obbligatori
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Bacchette, occhiali da sole, 2 litri d’acqua, pranzo al sacco, torcia
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

La zona nord della provincia di Varese, sul confine italo-svizzero, è il territorio maggiormente disseminato di strutture ed elementi facenti parte della Linea Cadorna, un sentiero difensivo fatto costruire dal Gen. Luigi Cadorna nel periodo antecedente alla prima guerra mondiale con lo scopo di strutturare una linea di difesa attiva nei confronti di un ipotetico nemico di guerra che poteva attaccare dal territorio elvetico. Un tracciato di questa linea è presente anche nel territorio di Marzio, ben collegato ad altri tracciati esistenti come quelli sul Ceresio e Brusimpiano, del Monte Derta e Monte Piambello.

L’itinerario di Marzio è uno dei più facilmente percorribili ed accessibili per via del basso impiego fisico che serve per affrontarlo, con molti camminamenti e trincee interrate non valorizzate dal Comune a causa dello scarso interesse turistico (al contrario di tanti altri comuni limitrofi), con un ricovero con mitragliatrice inesplorabile perché tombato ed una delle rare polveriere militari ad oggi ancora integre. Negli ultimi anni è stato riqualificato in parte con la progettazione ed installazione di un percorso vita (stazioni fitness con la quale fare esercizi a corpo libero) che
comincia all’altezza di Villa Bolchini e termina nei pressi della statua
della Madonna degli Alpini.

L'esplorazione

Un nuovo itinerario, il numero 4, facente parte della lista redatta dalla Provincia di Varese ed in cui possiamo trovare anche Viggiù, Cuasso al Monte, Porto Ceresio, Orino (etc etc) è stato oggetto di una nuova esplorazione per trovare e raccogliere dati riguardo ad altri edifici e manufatti legati alla Linea Cadorna, principalmente utilizzata durante la Grande Guerra con lo scopo di difendere il territorio italiano da un’eventuale ingresso dell’invasore straniero.

Lo scopo è sempre quello di condividere queste esperienze turistiche-didattiche visto il loro valore storico e naturalistico, quindi non resta che raggiungere Marzio, piccolo comune di circa 300 abitanti collocato nell’altissimo varesotto e sul confine con la Svizzera, distante in automobile un’ora abbondante da Milano e più di un’ora e mezza da Bergamo.

Arrivati nel centro del paese, è possibile lasciare l’automobile nei pressi dei parcheggi di Piazza Aldo Berini e limitrofi, in cui sono disponibili diversi posti liberi e ad inizio articolo troverete il punto GPS esatto da impostare sul navigatore, per poi procedere a piedi ed imboccare Via Salita degli Alpini che rappresenta l’inizio del sentiero ad anello: si tratta di un’esplorazione con un basso grado di difficoltà se non per una deviazione extra (a vostro rischio e pericolo), con pochi cartelli direzionali e molti punti d’interesse dispersi in zona, diversi belvedere ed aree pic-nic.

Dopo una breve scalinata si raggiunge Via Bolchini e si prosegue fino all’ingresso del sentiero boschivo:

  • Una volta intrapreso, bisogna seguire la mulattiera inizialmente ben battuta e con tanto di percorso vita attrezzato per fare esercizi a corpo libero, fino a quando ho raggiunto un punto in cui pensavo d’essermi perso. In questa zona è tornato utile l’utilizzo della traccia GPS che ci ha condotto nuovamente sul sentiero corretto che prosegue parallelo a quello da MTB (delle Cinque Vette), ritrovando nuovamente la mulattiera pedonale per escursionisti. La mancanza di segnaletica ha aumentato il grado di difficoltà, fino a quando non è stato raggiunto il primo incrocio di quest’escursione che è rappresentato dalla statua della Madonna degli Alpini, con il primo belvedere.
  • Il sentiero continua in discesa a sinistra della statua, lungo la quale è posizionato un belvedere e l’area picnic, costruiti sopra un ricovero sotterraneo collegato ad una sezione di trincea ed un punto d’osservazione sul lago. Sarebbe stato molto interessante visitarne l’interno, peccato lo stato di completo abbandono in cui versa e l’esser sotterrato da terra e fogliame. Proseguendo sempre verso il basso, si arriva al successivo incrocio con belvedere, e girando nuovamente a sinistra si iniziano a costeggiare le pendici del monte lungo la strada confinale boschiva con Marchirolo, attraversando il Ponte del Diavolo e passa da Casa Bozzolo e l’Alpe Costebello.
  • Più di 3 km di tracciato, il più lungo di tutto questo giro ad anello, che arriva alla Forcorella e Forcoletta di Marzio, l’incrocio che più volte ci si troverà a toccare se l’intenzione è quella di raggiungere Monte Marzio ed anche Sasso di Bol su Monte Piambello.
  • Dalla Forcoletta inizia l’ascesa verso la cima di Monte Marzio, situata a 870 metri ed abbastanza ardua per gli 80 metri di dislivello in circa 700 metri di percorso ed una pendenza vicino al 10%. Con la cima alle spalle, si prosegue lungo la cresta del monte fino a sorpassare le antenne radio RAI e ritrovandosi nuovamente all’altezza della statua della Madonna degli Alpini.
  • L’ultima ed unica deviazione che rimane ancora da intraprendere è quella asfaltata di Via Madonna degli Alpini e che serve per tornare nuovamente alla Forcoletta: si tratta di una zona prettamente abitativa senza punti d’interesse e con un albergo abbandonato, una volta arrivati alla fine può anche considerarsi concluso l’itinerario militare della Linea Cadorna di Marzio.

Esiste un’ulteriore deviazione extra che nasconde diverse difficoltà e che porta ad un punto d’interesse che nel 2018 non raggiunsi durante l’esplorazione del Monte Piambello perché scomodo visto il tracciato organizzato. Il Sasso di Bol risulta più accessibile da Marzio ma con dati tecnici importanti: un’ascesa di 2.1 km e 180 metri di dislivello positivo, di cui 135 metri solo nell’ultimo km, con un’inclinazione che passa dal 7 al 15% ed un fondo costantemente coperto da fogliame che nasconde molto ciottolame misto. Decisamente interessanti sono le strutture militari qui dislocate come i diversi ricoveri e le postazioni d’artiglieria pesante, ma la più bella ed affascinante rimane una rara ed integra polveriera, oramai ricoperta e nascosta dal fogliame. Raggiunto il Sasso di Bol, sopra la quale si può salire per godersi il belvedere sul lago di Lugano e sulle altre cime, si riprende con la discesa di 1.3 km che procede sul versante opposto e che risulterà sicuramente meno impegnativa a livello fisico, ma assente di ogni cartello segnaletico se non le frecce tracciate sugli alberi lungo il percorso.

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