Linea Cadorna – Monte La Nave

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Primavera o estate
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Escursionisti ed escursionisti esperti
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 5 ore per il giro completo
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Giro ad anello di 15-17 km, dislivello positivo fino a 450 metri
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Sportivo e tecnico, scarponcini obbligatori
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Bacchette, occhiali da sole, 2 litri d’acqua, pranzo al sacco, torcia
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

Una volta arrivati alla Chiesa di San Paolo, dalla quale si gode di un’ampia vista da nord-est a sud-ovest della Val Marchirolo, ci si imbatte in un’opera realizzata dall’artista Massinissa Askeur e qui installata a Gennaio 2023 che raffigura e riporta tutta la zona sottostante con tanto di nomi dei luoghi che sono osservabili dal belvedere. Dagli 840 metri d’altezza circa si distinguono i laghi di Ceresio e Lugano, paesi quali Lavena Ponte Tresa e Brusimpiano, le cime di Monte Legnone, Sighignola e Caslano: soprattutto quest’ultimo, Monte Caslano, è stato protagonista di una particolare vicenda militare avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale.

La storia narra di due Supermarine Spitfire, aerei da caccia monoposto britannici, che si avvicinarono troppo al confine italo-svizzero fino a superarlo, invadendo quindi nello spazio aereo italiano sovrastante il lago Ceresio ed il Monte Caslano. Non curanti della situazione, i due aerei vennero avvisati via radio dal sistema di allerta italiano ma ignorarono l’avvertimento continuando la loro rotta, fino a quando il sistema difensivo posto sul confine aprì il fuoco, colpendo ed abbattendo entrambi. Il pilota del primo aereo azionò immediatamente il paracadute d’emergenza poco prima di superare Monte Caslano e grazie alla quale trovò una copertura naturale dai colpi successivi e rifugio politico in territorio elvetico, con l’aereo che sprofondò nel lago, mentre il pilota del secondo aereo non ebbe la stessa rapidità d’esecuzione e fortuna, venendo colpito in pieno una volta superato il monte e con il suo Spitfire che successivamente andò a schiantarsi in zona Marchirolo / Ponte Tresa.

L'esplorazione

Tra le cime di Monte Sette Termini, una delle aree più ampie e ricche d’itinerari legati alla storica Linea Cadorna, è possibile ripercorrere le tracce del sentiero militare numero 5, uno dei più complessi dato il giro ad anello mediamente impegnativo e dispersivo vista la notevole quantità di manufatti esplorabili, paragonabile in tutto al giro di Monte Piambello con l’aggiunta della variabile impazzita degli animali selvatici.

Innanzitutto bisogna raggiungere Viconago, una frazione del piccolo comune di Cadegliano-Viconago che conta poco più di 2000 abitanti nonostante sia composto dall’unione di paesini più piccoli quali Cadegliano, Viconago, Arbizzo e Avigno. Distante in automobile un’ora e mezza da Milano e due ore scarse da Bergamo, una volta arrivati è possibile lasciare l’automobile in uno dei parcheggi disponibili vicino alla chiesa o di fronte al cimitero, intraprendendo poi a piedi il sentiero che parte dal centro storico presso Piazza Indipendenza ed in cui sono collocati diversi cartelli informativi e direzionali:

  • Piazza alle spalle, bisogna seguire le indicazioni che porteranno fuori dall’abitato ed in salita verso l’area boschiva: dopo aver costeggiato buona parte del torrente Tarca (in secca per via della siccità del 2022-3) per circa 2 km e compiendo poco più di 200 metri di dislivello, si arriva al primo punto d’interesse che è l’Alpe Prada, posta a 700 metri d’altezza e tanti piccoli manufatti militari lungo il percorso, come le postazioni di vedetta.
  • Continuando lungo il sentiero boschivo e seguendo i tanti cartelli direzionali, ci si addentra nel bosco imbattendosi in vecchie baite abbandonate ed altri manufatti militari praticamente crollati, fino a raggiungere il grosso cartello giallo-rosso riportante la dicitura TrinceroneAlpe Cognolo: questa zona è il secondo punto d’interesse ed è ricca di trincee sotterrate ed abbandonate, piccole garitte e tunnel sotterranei nascosti e coperti da terra e foglie.
  • Seguendo le mura di trincea ancora integre e che costeggiano il sentiero, con qualche magazzino ogni tot metri, si arriva alla deviazione di circa 1 km e con 100 metri di dislivello che porta al terzo punto d’interesse che è Monte Mezzano con i suoi 924 metri d’altitudine. In cima si è circondati da una fitta boscaglia senza un belvedere, e non vi è nulla di speciale a parte un rudere abbandonato e del tutto crollato che ricorda molto un convitto militare.
  • Una volta tornati sui propri passi, si riprende il sentiero principale fino a raggiungere l’Alpe Cognolo a 816 metri d’altitudine, un ampio prato all’interno del bosco dove s’incontrano alcune baite ancora utilizzate ed una strada sterrata utilizzabile da auto e moto.
  • Proseguendo sulla destra, lungo la mulattiera con annessa staccionata e diversi belvedere sul Ceresio, si arriva al crocevia che unisce due itinerari della zona presenti sul sito della Provincia di Varese, quello attuale di Monte La Nave e l’altro di Pian della Nave: qui bisogna lasciare la mulattiera e virare intraprendendo il sentiero boschivo in direzione Alpe Prò.
  • Superate Alpe Prò, Cascina Pardoni ed il Rifugio Fungiat, si arriva alla Chiesa di San Paolo e dalla quale si gode di una bellissima ed ampia vista sul Ceresio e sulla Val Marchirolo. È una struttura religiosa costruita a circa 830 metri d’altezza, ad oggi chiusa ed in disuso se non in occasione della festività del Santo Patrono nel mese di gennaio e della festa organizzata del Gruppo Alpini Marchirolo durante un weekend di luglio.
  • Superata la chiesa, il sentiero continua verso l’Alpe Paci e l’ultima ascesa che porta in cima al Monte La Nave a 990 metri d’altezza, il punto più alto di questo percorso, lungo la quale è possibile imbattersi in diverse strutture militari come batterie in caverna, convitti militari ed il famoso Osservatorio Militare sotterraneo strutturato ed edificato con lo scopo di dirigere i colpi d’artiglieria pesante delle altre strutture militari complesse adiacenti sul massiccio Sette Termini. Questo struttura ha due ingressi uguali e paralleli, una ramificazione dei cunicoli molto ampia, punti d’avvistamento che affacciano in direzioni differenti e 3 piani interrati totali: con l’utilizzo di una torcia è possibile esplorare i primi 2 piani con facilità, mentre il terzo piano sottoterra nasconde alcune insidie come la maggiore profondità (quasi il triplo rispetto agli altri due piani), lo stato di conservazione delle scalinate (sdrucciolevoli e fuori misura) ed una stabilità costruttiva che ad oggi risulta carente e poco stabile. I dati riscontrati dal GPS danno l’ingresso a 972 metri s.l.m. ed il punto più profondo a 943 metri s.l.m. nella zona nord, ergo quasi 30 metri di profondità.

Fuori dai cunicoli e dall’osservatorio, si continua con il sentiero in discesa sull’altro versante del monte (è un giro ad anello quello chiesa-osservatorio-chiesa) ed una volta arrivati all’edificio ecclesiastico si hanno tre possibilità per tornare all’automobile:

  • La prima deviazione comincia subito e porta verso l’abitato di Arbizzo, poi spostarsi a Viconago.
  • Ripercorrere un pezzo del tracciato già fatto fino all’Alpe Prò ed intraprendere una deviazione nascosta che porta verso Viconago.
  • La terza consiste nel tornare all’altezza dell’Alpe Prada ma passando dal punto d’interesse Bocche di Noogh.

Nel complesso si tratta di un sentiero mediamente impegnativo che richiede una buona condizione atletica per via del dislivello e dei continui sali-scendi, ma perfettamente accessibile anche ai neofiti grazie all’ottima segnaletica sempre presente e mai sbagliata, con un fondo non pulitissimo per le deviazioni che portano in cima a Monte Mezzano e Monte La Nave.

L’unica nota dolente, purtroppo, è quella che si apprende dalle diverse testate giornalistiche provinciali e che vede una presenza endemica del cinghiale, che molte volte tende ad intrufolarsi e nascondersi nelle strutture militari abbandonate, quindi entrarci per visitarle può diventare un rischio. Durante il percorso mi sono imbattuto in diverse porzioni di terreno grufolate dai cinghiali, oltre ad aver udito rumori molto sospetti ed avvistato qualcosa di abbastanza chiaro, quindi state sempre allerta e fate sempre attenzione. Fare un costante rumore permette di anticipare il vostro passaggio e di non sorprenderli, mantenere la giusta distanza e lasciare più vie di fuga possibili per dargli sicurezza e non spaventarli, soprattutto se in presenza di cuccioli.

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