Linea Cadorna – Castello di Cuasso al Monte
- QUANDO ANDARCI: Primavera o estate
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
- CONSIGLIATO PER: Escursionisti ed escursionisti esperti, non adatto a persone claustrofobiche
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 1 ora e 30 minuti
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 500 metri, sempre pianeggiante
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, consigliati gli scarponcini
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Torcia ed un kway
La rocca sulla quale sono ora rimasti i resti del castello, godendo di una virtuale imprendibilità e di un’ottima panoramica, fungeva da privilegiato punto di osservazione, tanto da essere ancora utilizzata anche nel corso della prima guerra mondiale perché inserita nel contesto della Frontiera Nord del sistema difensivo italiano noto come Linea Cadorna, i cui manufatti sono diffusi in abbondanza sul territorio di Cuasso e della val Ceresio. La parte occidentale invece rimane al livello del mastio, con un ulteriore cortile protetto da mura da quale si accede poi a settentrione a Porta Nord, sicuramente munita di ponte levatoio. Tra il cortile nordoccidentale e la rocca di nord-est si sviluppavano una serie di terrazzamenti, in parte ancora presenti, sui cui pavimenti sorgevano probabilmente costruzione di legno ed anche di pietra.
Fonti utilizzate per scrivere l’articolo: Wikipedia




Tutto potevo pensare tranne che, dopo un buco nell’acqua rimediato perché il luogo che volevamo visitare era recintato ed inaccessibile, la giornata potesse comunque regalarci una gioia ed un video da pubblicare: con Luca che insistette nel percorrere un sentiero boschivo perché tanto eravamo già lì, frequentato da molti passeggiatori e lungo la quale abbiamo intravisto delle strutture in mattoni nascoste dalla fitta selva. Di che cosa sto parlando?
Partendo dall’inizio, abbiamo innanzitutto raggiunto Cuasso al Monte, un paesino della provincia di Varese che si affaccia sul lago di Lugano e distante in automobile un’ora e 20 da Milano ed un’ora e mezza abbondante da Bergamo, e trovato parcheggio in degli spiazzi a lato della provinciale dato che parcheggi effettivi non esistevano (ad inizio articolo trovate il punto GPS esatto). Una volta lì con l’intenzione di visitare il castello e scoperto che non era possibile farlo, abbiamo optato per farci una passeggiata nel bosco e trovato queste strutture che all’apparenza sembravano ponti in mattoni che univano due parti del sentiero, ma che nascondevano in realtà una storia ed un’automobile sportiva bruciata.
Avvicinandoci ed osservando meglio, tutto divenne più chiaro: la grande somiglianza con alcune strutture presenti a Monte Marzio e Monte La Nave mi fece capire che ci trovavamo all’interno di una Linea Cadorna e quello era uno dei punti d’accesso intermedi, quindi serviva cercare l’ingresso principale. Purtroppo alcuni problemi ci hanno penalizzato nel tirar fuori una qualità maggiore delle registrazioni, come l’attrezzatura non idonea dato che sarebbero servite torce, un vestiario più esplorativo adatto agli sbalzi di temperatura, la mancanza d’informazioni sul posto perché non potevamo sapere cosa aspettarci da una fortificazione completamente sotterranea, ma non ci siamo arresi ed armati di ciò che avevo nello zaino ci siamo buttati a capofitto nell’esplorazione.
Abbiamo iniziato a percorrere il camminamento sotterraneo che procedeva verso nord e si allontanava dal castello, e durante l’esplorazione alcune cose ci sono sembrate strane ed altre più chiare: ricordavo d’aver letto che il castello soprastante era stato saccheggiato di buona parte dei suoi elementi costruttivi (i mattoni per intenderci) ed osservando i mattoni con la quale erano fatti quei cunicoli sotterranei avevo forse trovato la risposta. La rete era molto fitta e molte erano le stanze di diverse dimensioni e livelli di profondità, in alcune delle quali erano presenti anche tracce di bivacchi e spazzatura varia, fino a quando un muro di recente costruzione e fatto con materiali più recenti ci ha sbarrato la strada all’altezza del confine svizzero.
Facendo dietrofront, e ripercorrendo a ritroso tutto il camminamento trovando diversi altri accessi intermedi, siamo giunti all’ingresso principale che affaccia direttamente sulla strada provinciale ma che risulta ben nascosto e coperto dalla vegetazione.
Non ho molto da aggiungere o dire riguardo a questo luogo dopo averlo esplorato tutto, si tratta prettamente di un tunnel accessibile per non più di 200 metri e con tante piccole stanze, probabilmente una porzione di Linea Cadorna utilizzata o come magazzino nascosto o di passaggio verso una zona più interessante che è collocata aimè oltreconfine. Sicuramente non è un’esplorazione adatta a tutti, soprattutto chi soffre di claustrofobia, oltre a trattarsi di una porzione abbandonata nel bosco che può facilmente diventare rifugio e tana di animali selvatici.