Cascata della Froda
- QUANDO ANDARCI: Primavera ed estate
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
- CONSIGLIATO PER: Tutti, famiglie comprese
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 1 ora e 30 minuti (A/R) più il tempo della sosta o del pranzo al sacco
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 4 km (A/R) se partite dal parcheggio, dislivello fino a 120 metri
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, consigliati gli scarponcini
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Pranzo al sacco, acqua, costume ed un telo
Nascosta nel cuore del bosco di Castelveccana e raggiungibile a piedi con una passeggiata semplice e ben battuta (nonostante la carenza di segnaletica, si arriva tranquillamente a destinazione), la cascata del Froda è una piccola oasi in cui cercar refrigerio durante le calde giornate estive. Non per altro, la zona nord del varesotto nasconde decine di salti d’acqua, alcuni più famosi ed altri meno, alcuni più accessibili ed altri che bisogna sapersi guadagnare con dei fuori percorso: per via di diversi fattori ambientali di origine naturale, come la presenza di decine di cime medio-alte sulla quale nevica spesso in inverno e di fonti sorgive sotterranee nascoste tra gli orridi, la probabilità d’imbattersi in una cascata qualsiasi ripercorrendo il letto di un torrente è molto alta.
Come nel caso del torrente Froda, un piccolo corso d’acqua che nasce sul vicino trittico di cime Monte La Treggia – Pizzo di Cuvignone – Monte Nudo, che alimenta questa cascata fino a sfociare nel Lago Maggiore all’altezza dell’abitato di Caldè. Si tratta di un fiumiciattolo di discreta importanza per questa zona boschiva con diversi affluenti che convergono in lui prima di arrivare a valle, molto dipendente dalle nevicate invernali che garantiscono riserve per l’estate: negli ultimi tre anni (2020-2023) la portata d’acqua è diminuita drasticamente proprio a causa della sempre più carente quantità di precipitazioni invernali, che rischiano di farlo sparire per sempre.





Un luogo perfetto in cui trovar refrigerio durante il periodo estivo, magari con il pranzo al sacco ed il telo nello zaino, raggiungibile senza fare molta fatica o sudare troppo: per prima cosa bisogna raggiungere Castelveccana, per l’esattezza la frazione di Nasca con il suo piccolo centro abitato in Valtravaglia e distante in automobile un’ora circa da Milano ed un’ora e mezza da Bergamo, dopodiché andare ad esplorare una precisa porzione di bosco ben nascosta.
Arrivati in zona, è possibile scegliere due punti in cui poter lasciare l’automobile dettati più che altro dalla disponibilità: il primo è l’ampio e gratuito parcheggio della frazione Nasca mentre il secondo è dato dai posteggi disponibili lungo la strada che taglia il bosco e posizionati di fronte all’ingresso pedonale del sentiero (ad inizio articolo trovare il punto GPS esatto). Io preferisco sempre lasciare l’automobile nel parcheggio comunale perché i posti lungo la strada sono risicati, godendomi poi la passeggiata di 1 km circa ripercorrendo la stradina che collega Nasca e Sant’Antonio. A voi la scelta.
Raggiunto il cartello direzionale che indica l’inizio del sentiero boschivo, tutto il percorso che porta alla cascata della Froda dura circa mezz’ora ed è completamente immerso nel sottobosco, tra alti alberi di robinie, abeti e querce che faranno sempre ombra, con brevi scorci sul torrente Froda ed una vegetazione molto variegata e colorata in primavera ed estate. Molto facile ed adatto anche alle famiglie con piccoli camminatori al seguito, presenta solo una carente segnaletica interna in prossimità di alcune intersezioni che può indurre all’errore e nel caso in cui non trovate la strada giusta basterà chiedere informazioni alle tante persone che transitano lungo questo sentiero.
Arrivati nei pressi del nuovo ponticello in metallo (aggiornamento 2023: il vecchio ponticello in legno è stato sostituito perché non idoneo con un nuovo passaggio in acciaio, mentre la scaletta distrutta dalla caduta di alcuni massi è stata sostituita con una nuova e compresa di corrimano alto) ci si troverà di fronte ai quasi 100 metri di salto a strapiombo del torrente Froda che danno vita alla cascata che porta l’omonimo nome, con la sua maestosità e bellezza incastonata in una spaccatura nascosta tra i boschi della Valtravaglia.
Le zone d’interesse della cascata sono 3:
- Superati i ponti, si accede alla prima zona in cui è presente il salto inferiore del torrente, alto circa 3-4 metri e con una sua pozza in cui pucciare i piedi. Quest’area è molto gettonata per i tanti punti d’appoggio in cui sedersi e godersi un po’ di fresco d’estate oppure mangiarsi qualcosa.
- Grazie alla nuova scala installata con tanto di corrimano alto, si arriva alla zona intermedia in cui c’è una seconda pozza ed un secondo salto che ha più l’impressione di essere un passaggio che una cascatella. Da qui si può osservare bene tutto il salto della cascata della Froda.
- La terza ed ultima zona è raggiungibile scalando la parte rocciosa (fate molta attenzione perché è tutto bagnato e scivoloso, consiglio l’uso di scarponcini o ancor meglio le scarpe da fiume), in cui si trova la pozza principale ed il salto superiore della cascata.
È uno dei sentieri con cascate più gettonato ed accessibile che si può trovare nel varesotto, assieme alle cascate della Ferrera di Varese, mentre altre come la cascata della Valganna, la cascata del Trallo e la cascata del Pésegh restano più difficili da raggiungere per via di alcune limitazioni o elementi naturali.