Arcumeggia – Il borgo dipinto

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, ideale per gli appassionati di fotografia ed arte
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 3 ore
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 2 km, sempre pianeggiante
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Casual o sportivo, consigliate scarpe comode
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Un cellulare con l’applicazione per scansionare QR Code
  • SITO INTERNET UFFICIALE: Pro Loco di Arcumeggia
  • PAGINE SOCIAL UFFICIALI: FacebookInstagram
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

Tra i monti a nord della provincia di Varese c’è un piccolo borgo rurale che porta il nome di Arcumeggia ed in cui storicamente l’allevamento di capre e mucche (con produzione di tutti i vari derivati) era l’economia locale più importante e garantiva introiti fissi e lavoro a tutte le famiglie che lo abitavano. Purtroppo, a causa delle due grandi guerre del ‘900, la perdita di molta forza lavoro mandò in declino questo paese ed il successivo e massiccio spopolamento fu quasi inevitabile, fino a quando nel 1956 un gruppo di appassionati d’arte riuscì a far rinascere questo luogo sotto altre vesti, invitando ed ospitando famosi pittori da tutto il mondo in cambio di una loro opera dipinta sui muri delle case del borgo.

Nacque così il fenomeno del borgo dipinto di Arcumeggia, un luogo in cui è tutt’ora possibile imbattersi in piccoli e grandi affreschi con differenti stili ed ispirazioni artistiche, che danno vita ad una perenne mostra d’arte a cielo aperto con più di 150 dipinti. La sua fama riuscì a spingersi ben oltre i confini della Valcuvia e della Lombardia stessa, arrivando ad ospitare moltissimi artisti italiani e stranieri come Bruno Saetti e Achille Funi, Gianfilippo Usellini e Carlo Fayer, Barbara Galbiati e Giuseppe Montanari, e ad ospitare un dipinto (forse il più) rappresentativo del borgo fatto da Aligi Sassu e chiamato “Corridori“.

La visita

Il punto d’interesse oggetto di questo articolo non è una semplice scultura od una meraviglia della natura, ma un intero borgo che nel complesso racchiude una caratteristica unica: sto parlando di Arcumeggia, un piccolo abitato montano della provincia di Varese localizzato tra le montagne della Valcuvia e soprannominato il borgo dipinto per le decine di rappresentazioni artistiche presenti su ogni muro.

Distante in automobile un’ora e mezza da Milano e due ore da Bergamo, e facilmente raggiungibile grazie al collegamento autostradale, una volta arrivati in zona bisogna fare molta attenzione ai tornanti in salita e discesa, perché in diversi punti la carreggiata si restringe, ed un ampio e gratuito parcheggio è disponibile nell’area vicino alla chiesa.

Il giro turistico inizia nei pressi della sede della Pro Loco, in cui è possibile raccogliere le informazioni necessarie su come visitare Arcumeggia e sull’utilizzo delle guide con QR Code disponibili con testi ed audio in italiano ed inglese. Sotto ogni installazione artistica è presente infatti un QR Code leggibile con smartphone o tablet e grazie alla quale si accede alle informazioni di ciò che si sta osservando, quindi si parte con la visita:

Si tratta di un’esposizione a cielo aperto tra gli stretti vicoli ed i continui sali-scendi, ammirando le tante opere artistiche che sono disseminate ovunque, e non di un semplice borgo rurale di montagna. Ha dimostrato infatti d’avere una marcia in più che lo contraddistingue e lo rende unico, grazie alla Pro Loco che per incentivare il turismo ha avviato anni fa una piccola rivoluzione digitale: ad ogni opera è assegnata una targhetta con un QR Code leggibile con qualsiasi smartphone o tablet, che dà modo di collegarsi in autonomia ad una pagina in cui leggere la storia dell’opera ed ascoltare gratuitamente l’audio guida, disponibile sia in italiano che in inglese. La visita non è per nulla impegnativa fisicamente, sono necessarie almeno due ore per vedere ed apprezzare la maggior parte delle opere, ma in questi casi il tempo è relativo, ognuno di noi ne investe una quantitativo differente, soprattutto quando si parla di arte.

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