Sculture Alpe Lago di Angelo Gabriele Fierro

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, consigliato il periodo da aprile a ottobre
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, parzialmente accessibile a persone con disabilità motorie
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 15 minuti per osservare tutte le sculture
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 100 metri, sempre in piano
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, con scarpe da ginnastica
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Nulla di particolare
  • SITO INTERNET UFFICIALE: Angelo Gabriele Fierro
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

Negli ultimi anni capita sempre più spesso che per ammirare delle opere d’arte non serva più recarsi in un luogo prefissato ed al chiuso, inserite nel contesto di una classica mostra, perché il fenomeno delle gallerie d’arte a cielo aperto o itineranti sta prendendo sempre più piede, soprattutto quelle che prendono vita in mezzo alla natura incontaminata e lontana dalle rotte turistiche nevralgiche. Come nel caso delle decine di incisioni su pietra fatte dall’artista Angelo Gabriele Fierro, dislocate in luoghi che il visitatore deve forzatamente raggiungere e che riescono a fondersi con il contesto senza mai deturparlo.

In questo caso le protagoniste sono le opere scultorie fatte all’Alpe Lago lungo la strada che porta verso Passo San Marco, dove l’artista si è immerso nell’alveo del fiume all’altezza di un ponticello ed ha iniziato a scolpire direttamente in natura, senza portarsi nulla in laboratorio, con vista sulle montagne della Valle del Bitto a circa 1500 metri d’altitudine. Animali reali, personaggi fantastici, volti e figure femminili, ma la più bella di tutte è forse quella dedicata a Leonardo Da Vinci, un grande esploratore di queste zone alpine che ha citato e raccontato molti di questi luoghi nel suo storico Codice Atlantico.

Fonti utilizzate per scrivere l’articolo: Comune di Albaredo per San Marco

La visita

Esistono due aree in Lombardia (per lo meno, quelle che ho avuto modo di conoscere) legate ad un artista e giornalista che ha saputo dare sfogo alle sue idee direttamente in natura, nel territorio che l’ha accolto dopo essere emigrato dal sud Italia. In questo articolo vi parlerò di una di queste aree, partendo da quella posizionata ad altitudine minore e molto più accessibile, mentre per l’altra bisognerà aspettare la primavera inoltrata.

Si va quindi verdo nord, percorrendo tutta la strada statale 36 del lago di Como e dello Spluga fino a Morbegno per poi salire lungo i tornanti del versante sud fino ad Albaredo per San Marco, un piccolissimo comune della Valtellina collocato nel Parco delle Orobie ma ancora in provincia di Sondrio, distante in automobile due ore sia da Bergamo che da Milano. Utilizzando il punto GPS che troverete ad inizio articolo, si raggiunge direttamente la zona in cui è possibile sostare e lasciare l’automobile all’altezza dell’Alpe Lago, per proseguire a piedi verso l’alveo del torrente che passa sotto la strada asfaltata.

Un new jersey in cemento dipinto di bianco e con la scritta colorata “benvenuti” accoglie il visitatore alla scoperta delle sculture di Angelo Gabriele Fierro, molteplici raffigurazioni scolpite dell’artista campano originario di Cervinara ma valtellinese d’adozione, distribuite sulle rocce sporgenti di questa porzione di letto del fiume prima del ponticello. Una piccola esposizione a cielo aperto ed in mezzo alla natura a quasi 1500 metri d’altitudine, dove non tutte le sculture sono subito visibili perché alcune rimangono nascoste in base all’orientamento in cui ci si pone, dando quindi il via ad una caccia competitiva tra i visitatori destreggiandosi (in sicurezza) tra le rocce.

Partendo infatti dai piccoli cartelli che consigliano di prestare sempre molta attenzione durante la visita, sono osservabili incisioni artistiche che raffigurano uno scoiattolo, un camoscio, la regina con il cigno, diverse figure e volti femminili, una rappresentazione di Leonardo Da Vinci, la Pietà di Michelangelo e tanti altri. Alcune di esse sono state rimosse dal letto del fiume e spostate al di fuori per preservare l’incisione dal continuo battere dell’acqua, mentre altre purtroppo sono anche state rubate, la stessa sorte accaduta anche ad alcune opere dello stesso artista e collocate a Passo San Marco.

Questo, come tanti altri, sono punti d’interesse considerati di passaggio e non classificabili come destinazioni vere e proprie, dato che il tempo impegato per esplorarli difficilmente supera i 15-30 minuti, quindi consiglio di proseguire con la gita fuori porta e se decidete di restare nella provincia di Sondrio potete spostarvi verso le altre sculture di Fierro presenti lungo l’antica Via Priula a Passo San Marco oppure il Ponte di Ganda a Morbegno, altrimenti esiste la possibilità di scendere lungo il versante bergamasco del Parco delle Orobie per cambiare provincia e raggiungere altri punti d’interesse come Il Becco a Dossena oppure il bellissimo borgo di frontiera di Clanezzo, con i suoi ponti e l’escursione del Sentiero del Chitò fino ad arrivare al Ponte del Chitò.

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