Ponte di Ganda

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, ideale in inverno con le montagne innevate
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, accessibile a persone con disabilità motorie
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 15 minuti per visitare ed attraversare il ponte
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 200 metri, sempre in piano
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Qualsiasi, consigliate scarpe comode
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Nulla di particolare
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

In seguito ad un provvedimento preso dal sindaco di Morbegno nell’estate del 2014, che tramite una delibera comunale decise di vietare il passaggio sul ponte al traffico autoveicolare, venne avanzata nel 2016 da Regione Lombardia e dalla Comunità montana della Valtellina di Morbegno una richiesta di perizia approfondita tecnica e strutturale del ponte per capire se la delibera, emessa due anni prima, fosse valida dato il malcontento degli abitanti. Il risultato fu scontato, purtroppo non era possibile garantire un determinato livello di sicurezza per i mezzi pesanti che attraversavano la struttura oltre che venne deciso di preservare questo bene d’interesse storico, molto importante e simbolo di questa città. Da quel giorno è stato quindi possibile percorrerlo solamente a piedi o in bicicletta, con una rettifica sull’ordinanza di divieto arrivata qualche mese dopo che ha ridotto la restrizione permettendo ai mezzi a 2 e 3 ruote il libero passaggio sul ponte che collega le sue sponde della città.

La visita

La Lombardia è una regione ricca di strutture ed infrastrutture, nuove ed antiche, principalmente per la natura della sua morfologia territoriale e quindi per le difficoltà che potevano (e possono) nascere nel momento in cui ci si voleva muovere da un punto all’altro, quindi riducento tempo e difficoltà. Per questo motivo ho cominciato a visitare e conoscere la loro storia, quella di ponti, acquedotti, canali artificiali, passerelle, dighe, linee ferroviarie.

Come in questo caso, in cui mi sono diretto a nord della Lombardia fermandomi a Morbegno, il secondo comune più popoloso della Valtellina con i suoi oltre 12.000 abitanti (Dato Istat 2024) e designata “Città Alpina dell’anno” nel 2019, distante in automobile un’ora e mezza sia da Bergamo che da Milano.

Una volta arrivati in zona bisogna prima raggiungere la frazione di Ganda, storica area considerata rocciosa perché collocata ai piedi della montagna e nelle vicinanze del fiume Adda, e poi trovare posto in uno dei due piccoli parcheggi qui disponibili, come sempre troverete ad inizio articolo il punto GPS esatto, perché il punto d’interesse è esattamente di fronte a loro e vi sto parlando del ponte di Ganda.

Il suo nome infatti è legato a quello della contrada di questa città ed è una struttura che per secoli ha garantito un attraversamento stabile e sicuro in questa zona della vallata, da una parte all’altra del fiume, sia per la gente comune che per i commercianti con le loro merci che abitualmente provenivano dal Passo dello Spluga e dalla Valchiavenna e raggiungevano poi il Lario o Passo San Marco, e viceversa. La sua forma a dorso di mulo lo rende inconfondibile ed affascinante, con la sua prima progettazione che fu affidata all’arch. Giovanni Antonio Amadeo ed la conseguente costruzione all’inizio del 1500. Purtroppo fu distrutto e spazzato via da una piena dell’Adda avvenuta nel 1772, ma la sua importanza economica e sociale era così impattante per il territorio che subito venne commissionata la progettazione del nuovo ponte al milanese ing. Francesco Bernardino Ferrari che lo ricostruì nel 1776: questa volta vennero usati blocchi di granito molto grossi per dare vita ad una struttura simmetrica divisa in tre arcate, con la parte centrale alleggerita in modo tale che potesse scaricare tutto il peso sui due imponenti piloni che affondano nelle acque del fiume.

Considerata una meta di passaggio, che occuperà non più di 30 minuti, è possibile agganciarci altri luoghi in zona durante la vostra gita fuori porta, come possono essere il Murunèe ed il Centùn, due bellissimi e storici alberi secolari legati a doppio filo con la storia e la cultura valtellinese, oppure fare qualche kilometro in più e visitare il Giardino Roccioso di Nicola Di Cesare, luogo in cui arte e natura s’incontrano dando vita a qualcosa di unico nel suo genere.

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