Il Centùn

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Primavera, estate ed autunno
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, accessibile a persone con disabilità motorie
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 10 minuti per visitare l’albero
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 30 metri, sempre pianeggiante
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Qualsiasi, consigliate scarpe comode
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Nulla di particolare
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

Le vite e e le storie di San Benigno de Medici e di quest’albero s’incontrarono nel XV secolo, quando San Bello (così veniva chiamato dagli abitanti locali) venne ad abitare a Monastero per predicare la sua fede tra questi piccoli e remoti abitati di montagna. Il castagno era già all’epoca un punto di riferimento per gli abitanti di Piasci, offrendo ai viandanti che andavano in direzione Maroggia una zona d’ombra ampia e fresca durante le calde giornate estive, ed uno di questi era proprio San Bello. Qui sostava con interesse e piacere anche perché poteva gustarsi il rinomato vino delle cantine di Piasci, definito corposo nel gusto e dolce al palato, mentre contemplava e chiacchierava con il maestoso Centùn.

Il futuro santo venne a mancare il 12 febbraio 1472, ma il castagno restò lì a vegliare sulle preziose botti di vino, ma uno strano mistero avvolse questo abitato: col passare degli anni la pianta cresceva forte e rigogliosa, ma le botti di vino delle vicine cantine invece perdevano stranamente il loro contenuto. Contadini e viticoltori non riuscivano a capire come mai ciò accadeva, pensarono subito che si trattasse di qualche brigante che di notte veniva a trafugare le botti di vino per rubarne il contenuto, ma non vi erano segni di forzatura e dopo mesi di appostamenti non vi era traccia di un singolo tentativo di furto. Ad un certo punto, in tarda primavera, vennero ispezionate anche le botti ed il mistero venne risolto: il fondo di alcune botti non era più perfettamente ermetico ed il vino si disperdeva attraverso alcuni punti, colando sul terreno che l’albero riusciva a raggiungere con le sue lunghe radici.

I contadini risistemarono i fondi di tutte le botti e l’albero incominciò ad inclinarsi per la tristezza che derivava da questo gesto, tanto da dover costruire un muretto che ne evitasse la caduta. Ciò servì solo a rallentare il malumore dell’albero, quindi con una mano sul cuore decisero comunque di offrire (con parsimonia) un tributo in vino al castagno, perché era sia giusto nei confronti dell’albero più amato dai bambini valtellinesi che per onorare la memoria di San Bello che veglia sull’abitato di Monastero. 

Fonti utilizzate per scrivere l’articolo: IIS Tecnico e Professionale “Spagna – Campani” Spoleto (PG)

La visita

Mi sono imbattuto in un mistero molto curioso andando alla scoperta dei tanti alberi secolari e monumentali presenti sul territorio lombardo, il più amato dai bimbi della Valtellina perché la sua forma ricorda molto quella di uno scivolo e dalle ampie fronde che proteggono dal sole estivo.

Per trovare risposta a questo mistero, bisogna raggiungere il comune di Berbenno di Valtellina, collocato in provincia di Sondrio lungo la SS38 del Passo dello Stelvio, e spostarsi poi nella piccola frazione di Piasci, collocata lungo la strada che collega le altre due frazioni di Monastero e Maroggia. Distante in automobile due ore abbondanti da Milano e due ore scarse da Bergamo, una volta arrivati in zona è disponibile solo un piccolo parcheggio capace di ospitare fino a 3 automobili, collocato proprio di fronte al punto d’interesse odierno e che porta il nome di Centùn.

Si tratta di una pianta di castagno secolare con un’inclinazione molto singolare ed unica a 45° e con una circonferenza di quasi 5 metri (ultime rilevazioni fatte in data 01/10/2022), che gode di ottima salute nonostante i 600 e passa anni di vita e che fiorisce e produce ancora castagne in maniera regolare, incastonato tra gli edifici rustici e le cantine dell’abitato a circa 530 metri di quota ed affacciato sulla vallata. Esistono documenti che lo danno già per centenario nel XV secolo, molti dei quali legati alla storia di San Benigno de Medici, oratore che si trasferì nell’abitato di Monastero per predicare la parola cristiana in queste zone valtellinesi, che sostava all’ombra di quest’albero mentre degustava il dolce vino delle cantine di Piasci. 

Dagli abitanti del posto viene chiamato Ciantùn o Centùn, con anche alcune citazioni storiche che lo soprannominato Centòn, ma non esistono informazioni certe sul perché di questo nome dialettale che sicuramente non deriva dal suo nome scientifico che è Castanea sativa, ma molto più probabilmente dalla sua veneranda età. San Bello amava sostare sotto le sue ombre e la leggenda narra del fatto che dopo la morte del futuro santo, cominciarono a prosciugarsi senza motivo le botti di vino, creando il caos generale tra contadini e viticoltori. Nessuno tentò mai di rubare le botti e le porte delle cantine erano integre, senza segni di forzatura, non si riusciva a capire come mai il livello di vino diminuiva fino a tarda primavera: alcune di esse avevano un fondo che perdeva e le radici del castagno raggiungevano le zone umide per prosciugarle e gustarsi il pregiato nettare d’uva.

La comunità locale è molto legata a quest’albero ed alla sua storia intrecciata con quella di San Bello, l‘accesso alla zona è libero e gratuito nonostante in una piccola parte sia privato (quindi fate attenzione e portate rispetto sempre) e non presenta difficoltà. La stagione migliore per visitarlo è sicuramente l’autunno (da fine settembre a metà ottobre) in cui è possibile trovarlo vestito con il suo abito migliore, pieno di ricci e castagne. Essendo considerato un punto d’interesse di passaggio, potete continuare il vostro giro in Valtellina andando a visitare altri luoghi vicini come le Piramidi di Postalesio con il suo fenomeno erosivo roccioso, la bellissima ed immersiva Val di Mello oppure le opere d’arte a cielo aperto situate nel giardino roccioso di Nicola Di Cesare.

Siete invece interessati a conoscere e vedere altri alberi secolari lombardi? Allora segnatevi il gelso bianco secolare, il larice millenario ed il magico ciliegio e partite alla scoperta di questi monumenti naturali unici!

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