Cascata della Val Febbraro
- QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, in estate per organizzare un picnic o in inverno per una ciaspolata
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile o pulmini in caso di gite organizzate
- CONSIGLIATO PER: Tutti, ottimo per le famiglie ed i loro piccoli camminatori
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 2 ore (A/R) più il tempo della sosta o del pranzo al sacco
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 5.70 km (A/R), dislivello positivo fino a 216 metri
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Sportivo e tecnico, consigliati gli scarponcini
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Pranzo al sacco, acqua, bacchette per camminare
- SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
Un luogo che ho avuto il piacere d’esplorare molto durante l’ultimo inverno, forse per via del candido paesaggio e dalla sua capacità di farti perdere nel suo silenzio di sottofondo costante ed interrotto solo dal rumore della neve che si compatta sotto gli scarponcini. o che cade da qualche albero. O forse perché son dovuto tornarci per raccogliere il materiale fotografico e video che mi serviva per raccontarlo, una volta anche costretto ad accompagnarci altre persone perché d’altronde si sà, se ci sei stato una volta allora per tutti sei la guida giusta!
Quando cade, la neve veste questo posto con un manto bianco che rimane perenne fin dalle prime nevicate di fine autunno perché la vallata non è direttamente esposta al sole per un periodo molto lungo, almeno fino ai primi di Marzo, dando così vita ad un ambiente per molti ostile per via delle basse e rigide temperature ma anche ideale per praticare sport invernali classici come lo sci di fondo e la ciaspolata, oppure più interessanti ed adrenalinici come l’arrampicata su ghiaccio, utilizzando come parete quella nata dal ghiacciarsi delle acque della cascata del Borghetto. È facile infatti imbattersi in piccoli gruppetti di persone che qui vengono per praticare questo sport, soprattutto nel weekend, visto che la finestra temporale invernale ideale per tentare di scalare la cascata è quella che va da dicembre a marzo, periodo in cui le fredde temperature che si raggiungono in questa vallata riescono a conservare la condizione ghiacciata dell’acqua. Tra l’altro il rivolo d’acqua che scorre nel torrente è quasi impercettibile, coperto dall’affannoso respiro dei meno allenati e dalla voce di chi invece vorrebbe tornare qui con il caldo, per percepirne i profumi primaverli oppure per oziare d’estate sotto al sole.




Com’è capitato in altre occasioni, in altri luoghi, anche questa destinazione si è rivelata mutevole nel paesaggio (in base alle stagioni) con modi di viverla ed esplorarla totalmente differenti. Ed in questo caso l’inverno mi ha regalato un fascino ghiacciato!
Partendo dal presupposto che ho sempre frequentato questo genere di protagoniste in estate, e di conseguenza creato e pubblicato un contenuto a riguardo, questa volta volevo mettere alla prova la mia fortuna raggiungendo un luogo senza organizzarmi o verificare “una particolare cosa”. Ma prima di tutto devo raggiungere Madesimo, un comune collocato un comune collocato in Valle Spluga e noto agli appassionati di sport invernali per il grande comprensorio polifunzionale dove praticarli nelle stagioni fredde, distante in automobile due ore abbondanti sia da Bergamo che da Milano.
Una volta arrivati nella frazione di Isola, sono disponibili 3 punti in cui poter parcheggiare l’automobile: nei pressi del laghetto, in località Mottaletta e nei pressi dell’abitato in cima. Per tutti vale l’acquisto di un pass giornaliero del costo di 5,00€ per ogni automobile, acquistabile presso uno dei totem automatizzati e pagabile solo con monete (non sono accettati contanti e carte di credito/bancomat). I posti nei parcheggi superiori sono limitati e difficilmente nei weekend durante i periodi d’alta stagione estivi ne troverete liberi dopo le 9.00, mentre quelli nei pressi del laghetto sono quasi sempre disponibili.
Una volta lasciata l’automobile, si prosegue a piedi in salita lungo la strada che porta al piccolo abitato in cima, circa 2.30 km se partite dal fondo, per poi intraprendere il sentiero boschivo che porta al punto d’interesse di quest’uscita che è la cascata della Val Febbraro. Si tratta di un percorso lineare e ben segnalato da diversi cartelli direzionali ed informativi, molto facile da percorrere d’estate ed adatto anche ai neofiti nonostante il notevole dislivello perché costante e non immediato, mentre aumenta un po’ la difficoltà d’inverno nel caso in cui sia presente molta neve lungo il sentiero (più di 10 cm) e lastre di ghiaccio nelle zone in ombra e con la conseguente necessità di un abbigliamento ed un equipaggiamento adatto alle condizioni metereologiche.
Viene costeggiata una buona parte del torrente Febbraro, attraversando un fitto bosco di abeti ed alberi sempreverdi, con una visuale sulle due pareti verticali dentro la quale si nasconde la valle, fino a raggiungere la piccola area picnic con una scultura realizzata da Raffaello Biondani ed ideata da Francesco Mastriani di Forette e qui apposta in ricordo della tragedia di tre scout che qui persero la vita il 7 agosto 1999 durante un campo allestito dal gruppo Verona 8 di Castel d’Azzano, raffigurante tre angeli con le ali incrociate. Già visibile, in lontananza, c’è il salto d’acqua protagonista di questa particolare escursione invernale e nella sua veste completamente ghiacciata, da cima a fondo, che porta anche il nome di cascata del Borghetto.
La pazzia di quest’uscita al freddo è nata dal voler tentare la sorte e sperare di trovare qualcuno che stesse arrampicando (cosiddetti ghiacciatori), per poter ammirare sul campo persone che praticano questa disciplina e magari scattare qualche bella foto ricordo, è fortunatamente così è stato ma a causa di un problema col drone non sono riuscito sul momento a capirlo. Questo luogo infatti è frequentato d’inverno da arrampicatori amatoriali e professionisti che, con l’utilizzo di piccozze specifiche (più corte e taglienti di quelle classiche), si buttano nell’impresa di scalare il muro d’acqua ghiacciata di questa cascata, la più alta della valle con i suoi quasi 200 metri di salto, seguendo specifiche sezioni destra-sinistra, 1° livello, 2° livello e così via fino ad arrivare alla sommità che viene chiamata il Salto del Nido.
Essendo una destinazione che muta molto in base alle stagioni e con modalità d’approccio differenti, come lo sono anche la Val di Mello e la Via Mala, questa sua veste invernale, mentre sono visitabili lungo la strada altri punti d’interesse naturalistici come la cascata della Boggia a Gordona, la cascata del Pisarota a Samolaco o le imponenti cascate dell’Acquafraggia a Borgonuovo di Piuro.