La Capanna del Partigiano

Punto GPS dove trovare parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, soprattutto in primavera ed autunno
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile e mezzi pubblici partendo da Varzi
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, famiglie comprese
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 2-3 ore, compreso il pranzo al sacco
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 2.50 km (A/R), dislivello positivo fino a 100 metri
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, consigliati gli scarponcini
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Acqua, pranzo al sacco, occhiali da sole, cappellino
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

La storia della Seconda Guerra Mondiale ci racconta che l’Italia, guidata da Benito Mussolini, restò non belligerante anche dopo aver stretto il “Patto di Ferro” con la Germania. Infatti, solo l’ingresso del Giappone nell’alleanza dell’Asse ed il crollo della Francia convinsero il duce ad entrare in guerra contro gli Alleati, di cui facevano parte Francia, Inghilterra, URSS ed USA. Internamente, la popolazione non vide di buon occhio questa scelta ed in giro per l’Italia iniziarono infatti a formarsi le prime brigate per la resistenza contro il nazifascismo, composte per lo più da persone comuni e di orientamento socialista e comunista. Fu solo dopo la firma dell’Armistizio di Cassibile, stipulato a metà del 1943 vista la grave situazione generale in cui l’Italia stava sfociando per via delle perdite causate da una guerra che non poteva vincere, che tali gruppi vennero ufficializzati diventando la Resistenza italiana Partigiana, facendo così partire la campagna di liberazione del paese dall’oppressione nazifascita, affiancati dagli Alleati americani.

Uno di questi gruppi era la Brigata Capettini, che operava nel territorio piemontese-lombardo, ed in cui entrò a far parte un ragazzo di nome Angelo Ansaldi dopo aver dimostrato il suo valore sul campo (e l’attaccamento al suo territorio) con un’azione di disarmo di un presidio fascista in Val Curone ed il recupero di molte armi e munizioni. Il suo pseudonimo di battaglia divenne Primula Rossa ed insieme ad altri partigiani come “Nando“, “Giuseppe“, “Diego” e “Americano“, prese parte a diversi scontri e disarmi di altri presidi nazifascisti, fino al tragico rastrellamento estivo fascista del 1944 in cui Nando venne colpito a morte, Diego catturato e richiuso mentre a Primula Rossa toccò assumere il comando della brigata. Nel gennaio 1945 cadde in un’imboscata nemica e subì l’amputazione di una gamba per via di una ferita riportata durante lo scontro, ma grazie ad uno scambio di prigionieri (venne decisamente sottovalutato dal nemico nonostante la menomazione) tornò in libertà ed alla guida della Capettini, portando la sua brigata verso liberazione dall’oppressione nazifascista.

Fonti utilizzate per scrivere l’articolo: Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI)Luoghi del RicordoLa Provincia PaveseWikipedia

L'escursione

Questo punto d’interesse faceva parte della primissima lista di luoghi e itinerari di questo progetto stilata nel 2018, che per via di alcune vicissitudini è finito nel dimenticatoio, fino a quando mi ritrovai con zero video legati alla provincia di Pavia. Decisi quindi di riesumare quella lista e partire con l’esplorazione delle terre dell’Oltrepò Pavese incominciando da Nivione, una piccola frazione del comune di Varzi, distante in automobile un’ora e mezza da Milano e due ore scarse da Bergamo.

Una volta arrivati in zona, ad inizio articolo troverete il punto GPS esatto, non sono disponibili parcheggi in cui lasciare l’automobile e bisogna sfruttare al meglio gli spiazzi a bordo strada senza intralciare il traffico, ed intraprendere poi a piedi la deviazione in salita che porta verso località Fontana/Castello. A questa intersezione corrisponde l’inizio del sentiero boschivo che porta verso un luogo di grande interesse storico chiamato la Capanna del PartigianoAggiornamento 2023: tra i vari cartelli con le indicazioni, ne è stato posizionato uno nuovo che riporta la dicitura Capanna del Partigiano.

Al termine della strada asfaltata in salita, si imbocca il sentiero boschivo e dalla quale si osserva già in lontananza la destinazione finale da raggiungere, collocata in cima ad uno dei calanchi, mentre proseguendo con la camminata avremo la sensazione di camminare sulla luna, per via di un terreno compatto e morbido ma al contempo friabile, con scarso grip per via della composizione argillosa ed a trama sabbiosa (consigliabile l’uso di scarponcini, evitando scarpe con la suola liscia per prevenire scivoloni e cadute inutili). Si tratta dei famosi Calanchi di Nivione, un fenomeno geo-morfologico tipico di queste zone e causato dall’erosione del terreno in seguito alla combinazione tra agenti atmosferici come caldo e precipitazioni, dando vita a dune e conche dalla forma unica e con una composizione particolare. Un scenario lunare che ci accompagnerà fino ai 520 metri d’altezza del punto d’arrivo, nato da un fenomeno di formazione molto simile e già visto alle Piramidi di Zone ed alle Piramidi di Postalesio.

In cima al colle troveremo una struttura diventata monumento storico locale dopo la seconda guerra mondiale che porta il nome di Capanna del Partigiano, in cui trovò rifugio una figura nativa di questa zona considerata leggendaria: il suo nome era Angelo Ansaldi, classe 1921, e conosciuto in battaglia con lo pseudonimo di Primula Rossa. La storia narra che qui si nascose con tutto ciò che rimaneva della sua brigata in seguito ai vari rastrellamenti avvenuti per mano dei nemici (Fascisti e Nazisti), e da dove programmò e guidò la grande l’operazione atta a liberare questa zona dall’oppressione nemica, aiutato dall’ottima visibilità sulla città di Varzi grazie all’ampio belvedere su buona parte della Valle Staffora.

Questa zona del pavese è ricca di luoghi d’interesse e storie da raccontare, come per esempio le grotte di San Ponzo in cui trovò rifugio per scappare dalle persecuzioni militari, la leggenda della prima tomba storica di Edoardo II Plantageneto d’Inghilterra nell’Eremo di Sant’Alberto di Butrio, il particolare Tempio della Fraternità costruito ed arredato utilizzando ciò che rimaneva dei residui bellici della seconda guerra mondiale.

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