San Colombano al Lambro
- QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
- CONSIGLIATO PER: Tutti, accessibile a persone con disabilità motorie
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 1 ora per visitare il borgo ed il centro incastellato
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 1 km, sempre pianeggiante
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Casual o sportivo, consigliate scarpe comode
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Acqua ed occhiali da sole
Una cosa che hanno in comune molti borghi storici collocati nella bassa lombarda è l’aver subito tra il 1100 ed il 1200 la forte imposizione militare di Federico I Barbarossa, uno dei più grandi imperatori romani dell’epoca medioevale che si contraddistingueva per la grande perspicacia politica e straordinarie capacità organizzative anche sul campo di battaglia. Lo scontro con il popolo di questo territorio fu da subito molto ostico e difficile da gestire per lui, facendosi molti nemici per via della costitutio de regalibus e trovandosi sempre contro il Ducato di Milano ogni volta che tentava di conquistare una delle città lombarde: questo diede vita nel 1167 all’originaria Lega Lombarda che raccoglieva ed univa tutti questi piccoli borghi per difendersi da un nemico comune, e contro la quale Federico perse nella storica e famosa battaglia di Legnano del 1176.
Parlando di San Colombano, un comune facente parte della provincia di Milano anche se non si direbbe dato che né risulta fisicamente lontano e non confinante, è un territorio dichiarato come un exclave (o enclave) provinciale creatosi dopo l’istituzione della provincia di Lodi nel 1992: a tutti i comuni interessati dal distaccamento venne chiesto tramite un referendum di scegliere sotto quale provincia figurare tra Lodi o Milano, ed a San Colombano al Lambro scelsero di rimanere con Milano, risultando quindi l’unico caso in Lombardia di sede distaccata di provincia. Molti parlando di una scelta più politica che economica legata alla produzione e commercio dei vini, poiché il territorio milanese non aveva un suo vino e qui poteva produrlo.




Era giunto il momento di un’idea alternativa ed ho iniziato a pensare alla cosa più strana che potessi fare, fino a quando non mi sono posto una domanda banalissima: esiste il centro della Lombardia? Tecnicamente parlando la risposta è si, basterebbe prendere una mappa regionale ed iniziare a fare dei banalissimi calcoli tali da scoprire che il centro geograficamente normale è una cittadina vicina al capoluogo bergamasco, ma così facendo sarebbe troppo facile. Per dare quindi un po’ di brio alla situazione, ho complicato la ricerca andando oltre: dopo aver trovato le quattro coordinate che indicano i 4 punti cardinali più a Nord-Sud-Est-Ovest, anche se non perfettamente posizionati sull’asse giusto di riferimento, ho tracciato due linee per unirli ed estrarre quello che dovrebbe essere il centro effettivo.
Impostato sul navigatore le coordinate GPS rilevate, ho raggiunto Ca’ De’ Mazzi, una piccolissima frazione del comune di Livraga e facente parte della provincia di Lodi, distante in automobile 50 minuti da Milano ed un’ora da Bergamo. Si tratta di una rilevazione cartografica fatta in maniera molto semplice e non professionale, mi assumo le mie responsabilità nel caso abbia sbagliato a calcolare il punto GPS perché non sono affatto un bravo cartografo!
Senza alcun genere d’informazione in mano perché in rete non ho trovato niente di utile o storicamente legato alla coordinata GPS ed al territorio più circoscritto, ho raggiunto la destinazione ritrovandomi sperduto in mezzo ai campi della bassa lodigiana e con nulla d’interessante che l’occhio umano potesse avvistare. Tranne che col drone, perché in seguito al primo volo ho potuto intravedere un castello in lontananza.
La ricerca di questo fantomatico centro della Lombardia si è trasformata in una visita all’antico e piccolo borgo agricolo di San Colombano al Lambro e del suo castello, costruito sulle ceneri del vecchio centro incastellato distrutto da Federico I detto il Barbarossa nel 1200 d.C. circa. Una volta arrivati in zona ci sono diversi parcheggi in cui lasciare l’automobile per poi proseguire a piedi nella visita del piccolo centro storico. La complessa struttura del Castello Belgioioso, composta da vari edifici disposti con una conformazione a recinto col fine di creare il miglior sistema di difesa possibile, è di origine longobarda e che anni passò di mano ad importanti personalità come Gian Galeazzo Visconti di Milano, fino a diventare dimora della famiglia nobiliare Barbiano Belgioioso.
- Il fossato circostante al centro incastellato e la torre d’ingresso alla prima cerchia delle mura.
- Il ricetto, la zona del centro incastellato in cui si svolgeva la vita quotidiana di chi viveva al suo interno e nel borgo.
- La corte principale con la torre de’ Gnocchi e la torre d’ingresso ovest, le due strutture più importanti e rappresentative del castello che svolgevano sia la funzione abitativa che quella difensiva.
- L’ampio e curatissimo parco con il pozzo che anticamente veniva utilizzato dagli abitanti del ricetto, oltre alla torre Mirabella (o Petrarca) ed alla torre Sporta (o di Bona di Savoia).
- La zona del rivellino nord costruito a difesa della rocca, con l’ulteriore torre Cingolina che fungeva da difesa militare.
- La rocca, dislocata nella parte più alta della collina e che rappresentava la parte militare della struttura vista l’ottima visuale sul territorio circostante.
- Le restati piccole strutture sono collocate lungo la cinta muraria del centro, come la torre di Valdemagni (o Buca), il rivellino sud, la torre Colata (o di Lodrisio Visconti) e la torre di San Giovanni.
Tutto il complesso ricorda molto il castello Sforzesco della città di Milano per via delle grandi ristrutturazioni ed ampliamenti fatti dalla famiglia Visconti, oltre al fatto che questo comune di 7000 e passa abitanti è un exclave che fa parte della provincia milanese.