Bosco dei 100 passi

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, soprattutto in primavera ed autunno
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, accessibile a persone con disabilità motorie
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 50 minuti per effettuare il giro ad anello
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Giro ad anello di 1.40 km, sempre pianeggiante
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, con scarpe da ginnastica
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Acqua, pranzo o merenda al sacco, occhiali da sole
  • SITO INTERNET UFFICIALE: Progetto 100 passi
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

Che cosa sono i carbon credits? Ne avrete sicuramente sentito parlare, ultimamente molte aziende applicano sull’etichetta del loro prodotto un simbolo che indica che la CO2 utilizzata per produrlo è stata compensata, oppure altre che finanziano delle dei progetti che mirano ad assorbile tali emissioni in un altro luogo col fine di raggiungere una neutralità al carbonio. In pratica, si parla di sovvenzionare economicamente un determinato gesto che possa ridurre o azzerare l’impronta carbonica dopo averla determinata grazie a determinati strumenti.

Quindi un credito di carbonio (carbon credit) esprime un valore esatto di compensazione, tramite un certificato negoziabile che viene quantificato in un titolo del valore di una tonnellata di CO2 assorbita o non emessa grazie ad un progetto specifico. Si tratta un argomento molto caldo e discusso, la neutralità climatica infatti è l’obbiettivo principale della riforma Fit for 55 presentata nel 2021 dalla Commissione Europea, per arrivare al 2030 con una riduzione del 55% dei gas serra. Questo certificato viene generato con l’attuazione di determinati progetti che possono ridurre o rimuovere la CO2, come l’efficientamento energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili, la conservazione e piantumazione del patrimonio forestale, un’agricoltura ed allevamento sostenibile, l’attuazione di progetti BECCS. Il loro prezzo invece varia in base al tipo ed alla qualità del progetto: i carbon credits legati alla rimozione della CO2 saranno sempre più costosi rispetto a quelli di riduzione, perché di più difficile attuazione e più efficienti nel loro processo.

La passeggiata

Quando si pensa a Milano, vengono in mente solo luoghi d’interesse legati ad argomenti come storia, arte, cultura, moda, economia ma difficilmente natura, perché ci si focalizza solamente sulla frenetica città senza mai guardare all’hinterland ed alla provincia, come nel caso di questo luogo lontano dal caos cittadino ed uno dei polmoni verdi della provincia milanese.

Nelle belle giornate di sole, fuori dalle cerchie della città meneghina, c’è la possibilità di farsi una passeggiata in un grande parco per respirare un’aria migliore ed organizzare un picnic all’aperto: per l’esattezza bisogna raggiungere la piccola frazione di San Vito, facente parte del borgo di Gaggiano e dislocata nel Parco Agricolo Sud di Milano, distante in automobile 30 minuti dal capoluogo ed un’ora abbondante da Bergamo.

Dopo aver lasciato l’automobile in uno dei posteggi disponibili, ad inizio articolo troverete il punto GPS esatto del parcheggio, si prosegue a piedi per pochi metri fino a raggiungere l’ingresso del Bosco dei 100 passi, un’area verde di circa 16 ettari impattata da un progetto di recupero di beni confiscati alla mafia e quello di forestazione dei terreni comunali della provincia milanese per acquisire carbon credits. Il suo nome infatti deriva da un fatto storico accaduto negli anni ’70 (1970), dove 100 erano i passi che dividevano la casa della famiglia Impastato da quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti, che ordinò l’esecuzione del politicamente noto Peppino.

Per carbon credits invece si intende un certificato negoziabile (come fosse un titolo speciale) che genera crediti di CO2 utilizzati solitamente da società o enti col fine di compensare la CO2 che emettono durante le loro attività, sostenendo ed investendo in progetti che puntano a ridurla o rimuoverla da altre parti. Uno dei progetti più gettonati e sulla quale s’investe maggiormente è la forestazione di aree agricole o terriere in cui sono stati abbattuti degli alberi o vi è la necessità di una corposta ripiantumazione.

La storia di questo luogo è ancor più interessante: si tratta di un lotto di terra incolto che nel 2002 venne confiscato durante delle indagini su delle organizzazioni criminali di stampo mafioso che su questo terreno voleva edificare appartamenti ed uffici nel momento in cui avesse cambiato destinazione d’uso. Nel 2005 venne affidato al Comune di Gaggiano, che l’ha trasformato in un parco ricco di arbusti piantumati dall’ERSAF Lombardia (più di 2000 in 15 anni) dando vita ad una bellissima iniziativa per la collettività comunale:

  • Un giro ad anello ciclopedonale della lunghezza di 1.4 km circa, sempre pianeggiante ed a sprazzi coperto dalla selva boschiva, con un percorso fitness a tappe con la quale è possibile allenarsi.
  • L’allestimento di un frutteto inusuale, nato nel 2021 e composto da diverse piante da frutto che solitamente non vengono coltivate a frutteto, con più di 600 piante singole come fichi, melograni, more, piante di ribes e mirtilli.
  • I 3 differenti stagni collocati lungo il percorso, utilizzati per il re-inserimento di specie anfibie ed acquatiche ed il loro recupero.
  • La meridiana a mosaico, posizionata praticamente a metà del percorso.
  • Un grande laghetto con due postazioni per il birdwatching.
  • Il prato della memoria, un’aerea verde all’interno del parco in cui sono state collocate diverse targhe commemorative per mantenere viva la memoria collettiva sulle tante ed innocenti vittime di mafia. Ognuno dei 16 alberi ha un proprio QR-code, grazie alla quale è possibile trovare e leggere la storia delle persone che rappresenta, presenti sulle targhe commemorative associate.

Un esempio virtuoso di un bene confiscato che nel tempo è cresciuto e migliorato, un bene confiscato che è riuscito ad unire l’agroecologia con l’inclusione sociale e la memoria della cittadinanza attiva, pensato per creare la giusta consapevolezza in tutte le generazioni su che cosa sia il pensiero mafioso e su come ci si possa muovere per contrastare questo fenomeno tossico.

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