Monumento ai Caduti delle Mille Miglia

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, accessibile a persone con disabilità motorie
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 15 minuti per visitare il monumento
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 50 metri, sempre pianeggiante
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Qualsiasi
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Nulla di particolare
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

La storia di questo incidente non è legata solo al fatto stesso, ma è complessa ed inizia nell’estate del 1956: Enzo Ferrari, ex pilota automobilistico italiano, si ritrovò con un’attività praticamente in bancarotta e senza un futuro certo. La prematura scomparsa del figlio Dino (nato nel 1932) ed il gossip del figlio Piero (nato nel 1945) avuto da un rapporto extraconiugale, mise in grave crisi il matrimonio con la moglie Laura portandolo a scommettere in maniera folle tutto il suo futuro sulla corsa più importante d’Itala: la Mille Miglia. La sua Scuderia Ferrari iscrisse alla corsa ben quattro vetture guidate dai piloti Piero Taruffi, Wolfgang von Trips, Peter Collins ed Alfonso de Portago, col fine di poter dimostrare quanto la sua auto potesse essere la migliore al mondo.

Domenica 12 maggio 1957 era l’ultimo giorno di gara effettivo ed in cui si sarebbe conclusa la XXIV edizione della Mille Miglia, fino a quel momento perfetta per la Scuderia Ferrari grazie ai tanti favori positivi raccolti tra sponsor e pubblico, con tutti i piloti del team che partirono per raggiungere il traguardo di Brescia. Nel pomeriggio, Taruffi e von Trips portarono a termine la gara arrivando in città rispettivamente al primo e secondo posto, mentre Collins abbandonò per un guasto al motore e de Portago distava solo pochi chilometri dall’arrivo: erano le 16:04 e l’ultima Ferrari stava percorrendo il lungo rettilineo della strada napoleonica che collegava Cerlongo a Guidizzolo, per l’esattezza in località Corte Colomba del comune di Cavriana, quando improvvisamente accadde la tragedia più impensabile.

Uno pneumatico della Ferrari 335 S col numero di gara 531, condotta dal pilota spagnolo Alfonso de Portago e dal copilota statunitense Edmund Gurner Nelson, scoppiò improvvisamente a causa di un limitatore di carreggiata danneggiato, che squarciò la gomma e fece finire nel fossato sulla destra l’autovettura, facendola poi rimbalzare oltre la carreggiata e schiantandosi definitivamente sul lato sinistro, dove era presente un folto pubblico e causando la morte di 9 spettatori (di cui 5 bambini) oltre a quella degli occupanti della vettura. Il pilota cercò fino all’ultimo di recuperare, ma l’alta velocità con la quale stava procedendo la vettura (oltre i 250 km/h) su quel rettilineo rese tutti gli sforzi inutili.
 
In seguito alla tragedia, Enzo Ferrari venne incriminato e rinviato a giudizio come presidente e costruttore della vettura coinvolta, con un processo a suo carico che si concluse con l’assoluzione completa solo 1961 dopo anni di battaglie, perizie e colpi di scena. Da quell’incidente però, le corse motoristiche di velocità su strade aperte al pubblico vennero limitate o bandite, e ad oggi su quella SS236 è presente un monumento commemorativo a memoria di quella tragedia.
 
Fonti utilizzate per scrivere l’articolo: Wikipedia
La visita

Mentre cercavo nuove destinazioni nella bassa padana, ho scovato un punto d’interesse purtroppo legato ad una tragedia d’interesse nazionale: ho pensato subito ad un famosissimo slogan di una nota marca diceva “la potenza è nulla senza il controllo” ed in questo caso si è rivelato essere totalmente vero, perché l’importanza di essere sempre attenti e lucidi alla guida evitando distrazioni serve per ridurre al minimo imprevisti e pericoli. Non esiste una seconda vita.

Prima di continuare il racconto di questa pagina di cronaca nera italiana, bisogna raggiungere Guidizzolo, un comune posizionato tra i terreni agricoli a nord della provincia mantovana, distante in automobile un’ora e mezza da Milano ed un’ora da Bergamo. Una volta arrivati a destinazione, ad inizio articolo vi lascio il punto GPS esatto da raggiungere, il primo problema da affrontare è il parcheggio perché non ne esistono in zona, l’unica possibilità è posteggiarsi temporaneamente sul ciglio della strada agricola posta esattamente di fronte senza essere d’intralcio a nessuno (quindi non posteggiando sulla provinciale). È un peccato perché potrebbero valorizzare al meglio questo luogo, anche solo con un parcheggio.

Dunque, quello che ci si pone di fronte è il Monumento ai Caduti delle Mille Miglia, eretto in memoria del tragico incidente avvenuto il 12 maggio 1957 durante l’ultima tappa della Mille Miglia 1957 ed in cui persero la vita 11 persone, tra spettatori e piloti, con una dinamica dei fatti abbastanza chiara: la Ferrari 335 S, guidata dal pilota Alfonso de Portago con il suo assistente Edmund Gurner Nelson, stava percorrendo l’ultima porzione di gara che l’avrebbe condotta al traguardo di Brescia, ma esattamente lungo questo pezzo di strada il pilota perse il controllo della vettura a causa dello scoppio di una gomma. Contando che andava a quasi 250km/h, se non oltre, nulla fu recuperabile per Alfonso e la sua vettura sbalzò per aria andando a finire anche su degli spettatori a bordo strada, tra la quale vi erano 4 adulti e 5 bambini.

Le polemiche dietro questo incidente furono molte ed andarono avanti per anni tanto da bandire quel tipo di gara di velocità su strada pubblica. Basti pensare che questo non fu l’unico incidente della Mille Miglia dalla sua prima edizione del 1927, e che la precedente sciagura avvenuta a Bologna l’edizione del 1938 portò Benito Mussolini a decidere di vietare tutte le gare di velocità su strade normalmente aperte al traffico a causa dell’eccessiva pericolosità.

Anche se tragica, questa storia fa parte del territorio lombardo ed è legata a doppio filo con l’icona delle competizioni italiane che parte proprio da Brescia, quindi questo monumento ha una sua grande importanza storica e culturale. Anche questa, come altre, è considerata una meta di passaggio e non classificabile come una destinazione vera e propria, come anche il masso erratico Sasso di Guidino a Besana in Brianza o del ponte di barche sul Navarolo a Commessaggio, e che nei suoi dintorni ha la fortuna di avere molti luoghi d’interesse facilmente raggiungibili e con una visita più strutturata, come il Complesso Monumentale di San Martino della Battaglia ed il Complesso Monumentale di Solferino.

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