Abbazia del Cerreto
- QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, verificare gli orari e le date di chiusura sui canali ufficiali
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile o pullman piccoli in caso di gite organizzate
- CONSIGLIATO PER: Tutti, accessibile a persone con disabilità motorie
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 1 ora per visitare tutto il complesso
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 500 metri, sempre in piano
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Qualsiasi, ma evitate abiti succinti/corti
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Nulla di particolare
- SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
Le origini dell’abbazia risalgono all’XI secolo DC, quando i Conti Cassini decisero erigere una piccola chiesa con annesso monastero in quel di Cerreto. Purtroppo, il documento originale riportante la data esatta di costruzione andò perduto e ad oggi rimane consultabile solo una parziale trascrizione, in cui vengono citati i coniugi Alberico ed Erlinda come primi finanziatori dal figlio Benno e dalla moglie Melibre, in un scritto del 6 dicembre 1084 fondamentale perché veniva confermata la donazione fatta dal padre per l’erezione anche del monastero. Ciò fa quindi pensare che la chiesa venne costruita molto tempo prima, in una forbice temporale che va dal 1050 al 1084.
Le risorse economiche a disposizione dei monaci cistercensi crebbero a vista d’occhio, soprattutto grazie alle generose donazioni fatte dai proprietari dei terreni confinanti o dagli abitanti di Cerreto, e che nella maggior parte dei casi erano classificabili come tributi per le indulgenze fatti col fine d’espiare le colpe materiali dei fedeli per ripulirsi l’anima prima di passare a miglior vita. Trattandosi di una pratica all’epoca socialmente accettata e molto comune, questo fece sì che molte abbazie e monasteri cominciarono a fiorire nelle vicinanze e su tutto il territorio italiano.

Dopo i tanti complessi d’interesse religioso che ho avuto modo di visitare in tutta la mia vita, resto sempre più convinto del mio pensiero che “questi luoghi sono un ricettacolo di opere d’arte, reperti storici e testimonianze che non c’entrano letteralmente nulla con il contesto in cui si trovano“, derivante dal fatto che all’epoca (dal 1800 in giù) non esistevano dei musei, o perlomeno erano pochi, in cui trasportare e conservare ciò che veniva accidentalmente rinvenuto e quindi chiese ed abbazie si sono trasformate esse stesse in musei, sempre accessibili e gratuiti.
Esplicata questa mia personale considerazione, è tempo di approfittare delle prime giornate di sole primaverili per visitare qualche luogo d’interesse ed in questo caso bisogna raggiungere Abbadia Cerreto, un piccolissimo comune comune del territorio lodigiano collocato a sud del fiume Adda e sul confine con la provincia cremonese, distante in automobile 50 minuti da Milano ed un’ora abbondante da Bergamo. Una volta arrivati in zona sono disponibili diversi posteggi gratuiti in cui lasciare l’automobile, come sempre troverete il punto GPS esatto ad inizio articolo, ed una volta scesi si compiono pochi passi per ritrovarsi di fronte l’Abbazia del Cerreto, un ex monastero cistercense medievale dedicato ai Santi Pietro e Paolo.
Si tratta di un edificio costruito nella seconda metà del X secolo DC e fondato inizialmente come un piccola chiesa Benedettina, che divenne poi di proprietà dei cistercensi nel 1139 grazie alla donazione di Papa Innocenzo II, i quali effettuarono diverse modifiche strutturali col fine di adattarla agli stilemi tipici del loro ordine. Da qui deriva la grande influenza architettonica di Bernardo di Chiaravalle, che venne più volte in Italia a visitare questi luoghi nella prima metà del 1100, prendendo ispirazione dall’Abbazia di Clairvaux, diventanto quindi una sussidiaria dell’Abbazia di Chiaravalle. Presenta esternamente una facciata con mattoni a vista per tutta la sua struttura, con un prònao (portico) simmetrico con diverse colonne ed archi recentemente costruito nel 1944, mentre il campanile è collocato posteriormente e chiuso all’interno di un’alta torre ottagonale.
Internamente si nota la struttura a croce latina e presenta una suddivisione in tre navate con volte a crociera, sulla quale sono presenti diversi affreschi fatti a partire dal 1700 per mano di pittori milanesi come Federico Ferrario e Giovanni Riccardi, mentre all’altezza dell’altare è visibile lo stallo per il coro ed i due transetti laterali che ospitano altre opere d’arte e diversi cimeli, con diverse piccole nicchie in cui poter meditare. Alla sinistra dell’ingresso è collocata la Cappella del Santo Rosario, interamente affrescata in ogni sua parte ed attualmente chiusa al pubblico, anticamente soprannominata la Cappella delle Donne perché secondo la regola cistercense esse non potevano accedere al monastero durante tutto l’anno tranne che in occasione della festa della Dedicazione, in cui anche le donne potevano seguire il rito liturgico ma limitandosi ad accedere solo a questa piccola area.
Collocato in quello che ad oggi porta il nome di Parco Agricolo Sud del territorio milanese, il monastero venne costruito in una zona nevralgica medievale poiché sul punto di passaggio tra la città di Cremona e quella di Lodi Vecchi, due laus molto potenti ed importanti in quel periodo temporale, e che proprio qui era possibile attraversare il l’Adda grazie al guado di Isella ed al porto fluviale di portum Largiri. Da uno di questi due luoghi provengono molto i resti dell’imbarcazione fluviale rinvenuti nel 1987 proprio nella porzione del fiume che bagna il territorio di Abbadia Cerreto e custoditi all’interno del monastero: si tratta di una linter monossile (cioè un’imbarcazione ricavata da un unico tronco) tipica dell’area padana, databile tra il II ed il XI secolo DC.
Una volta conclusa la visita, è possibile fermarsi a pranzare nell’osteria del paese oppure spostarsi alla volta di altre destinazioni vicine, come il percorso ciclopedonale che porta alla Diga Vacchelli a Merlino, struttura che rappresenta il cancello d’ingresso delle acque del fiume Adda dentro al canale artificiale Vacchelli, altrimenti è possibile scoprire la storia degli antichi dominatori del pianeta Terra visitando il Parco della Preistoria a Rivolta d’Adda.