Castello dell’Innominato

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, il belvedere dà il meglio di se nelle giornate terse
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile e mezzi pubblici (treno e pullman)
  • CONSIGLIATO PER: Tutti
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 90 minuti per effettuare il giro ad anello
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Giro ad anello di 1 km, dislivello positivo fino a 100 metri
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, con scarpe da ginnastica
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Acqua, occhiali da sole, cappello
  • PAGINA FACEBOOK UFFICIALE: Il Castello dell’Innominato
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

La storia legata a questo luogo racconta di un insediamento nato nel 1250 in cima all’altura calcarea rinominata Tremasasso (per via del fatto che qui le frane siano sempre state frequenti a causa del materiale roccioso molto friabile che compone la montagna) e che nei secoli successivi ha avuto ulteriori e molteplici ampliamenti con nuovi edifici e mura, alternati alle diverse distruzioni causate dagli attacchi nemici visto che si tratta di un punto molto strategico sui laghi della zona e sempre conteso tra il Ducato di Milano e la Serenissima di Venezia.

Dopo innumerevoli passaggi di proprietà, nel 1628 venne ceduto dalla famiglia Limonta di Vercurago ai padri Somaschi, che nel corso degli anni hanno manutenuto i sentieri e tutte le varie strutture ancor oggi visibili, come la cappella di Sant’Ambrogio e quella di San Girolamo, i resti della fortezza sulla rocca e tutte le mura circostanti. Ovviamente la fama di questo luogo iniziò ad aumentare a partire dal 1850 grazie ad Alessandro Manzoni, un grande scrittore italiano di quel periodo, che lo nominò all’interno de I Promessi Sposi associandolo alla figura dell’Innominato, un bandito della zona che nel racconto dimorava su questa rocca ed alla quale Don Rodrigo chiese di sequestrare l’inconsapevole Lucia al fine di opporsi al matrimonio con l’amato Lorenzo (per gli amici Renzo). Da qui il soprannome di Castello dell’Innominato e l’inizio della sua leggenda cartacea attraverso gli anni della peste manzoniana.

La passeggiata

Dopo più di 8 mesi di chiusura forzata, a causa di una frana generata ad inizio 2022 da alcuni massi che si distaccarono dalla parete rocciosa ovest e che portarono a un’ordinanza comunale che ne interdì l’accesso, il 14 Agosto dello stesso anno venne nuovamente resa accessibile la Rocca di Somasca ed il suo sentiero panoramico. Grazie allo stanziamento di fondi da parte della Comunità Montana di Lecco e l’intervento di ditte specializzate, l’intera area è stata messa in sicurezza col fine di rendere nuovamente visitabile un luogo unico, oserei dire leggendario.

Vi sto parlando del Castello dell’Innominato, un punto d’interesse situato sul Sacro Monte di Somasca a Vercurago, nella provincia di Lecco, e famoso nella letteratura italiana per essere la fortezza in cui abitava il famigerato bandito Innominato, a mio parere il personaggio più simbolico de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Distante in automobile un’ora da Milano e mezz’ora abbondante da Bergamo, è raggiungibile da entrambe le città anche con il treno scendendo alla stazione ferroviaria di Calolziocorte e percorrendo l’ultima parte a piedi (circa 1.50 km). Proprio nei pressi del Santuario di San Girolamo sono disponibili grandi parcheggi in cui lasciare l’automobile, ad inizio articolo troverete il punto GPS esatto, e dalla quale parte il percorso pedonale che porta verso la rocca in cima, una camminata sempre in salita che non nasconde grandi difficoltà, divisa in più sezioni:

  • Nella prima parte bisogna percorrere la strada asfaltata che attraversa l’intero l’abitato di Vercurago, lungo la quale s’incrociano l’oratorio e l’Istituto delle Suore Orsoline di San Girolamo.
  • Arrivati nei pressi di un piccolo piazzale con annesso parcheggio (per residenti), ci si troverà di fronte al cancello d’ingresso del percorso e che una volta oltrepassato porterà alla scoperta di una Via Crucis composta da 10 edicole votive affrescate e che raccontano la storia di San Girolamo, fino ad arrivare dinnanzi alla Scala Santa.
  • Giunti all’ultima delle edicole, in marmo scolpito e con diverse targhe, si avrà la possibilità di decidere quale delle due deviazioni intraprendere (e che portano sempre in cima) coscienti del fatto che al ritorno si potrà intraprendere l’altra trattandosi di un giro ad anello. La Scala Santa non è solo una deviazione, ma anche una scorciatoia abbastanza impegnativa sia in salita che discesa, visti gli alti scalini. Non sottovalutatela!
  • Proseguendo la camminata lungo la mulattiera panoramica, si raggiunge la zona in cui sono state edificate la Cappella di San Girolamo, la Chiesa della Resurrezione ed una delle tante balconate panoramiche sul ramo lecchese del lago di Como.
  • Nell’ultima parte del sentiero bisogna intraprendere le scale poste sul retro della zona ecclesiastica, continuando a seguire la traccia della mulattiera che porta fino ad un grande spiazzo verde in cui è presente la nota trattoria locale La Rocca e termina di fronte alla raffigurazione intagliata nel ferro de l’Innominato.
  • Pochi scalini dividono la raffigurazione e l’accesso alla rocca vera e propria, dalla quale è possibile godere di una vista panoramica a 360° di tutta la zona circostante e sui laghi, il punto più alto di quest’altura calcarea ed il migliore dalla quale fare foto panoramiche. Una rocca in passato storicamente e militarmente molto importante, grazie all’ottima visibilità si riusciva a controllare con facilità di tutto il territorio circostante, utilizzata da Alessandro Manzoni nel suo libro come luogo di riferimento in cui far dimorare il bandito che sequestrò Lucia sottraendola al matrimonio con Renzo.

Per tornare all’automobile, e per chiudere correttamente il giro ad anello, è consigliabile intraprendere le scale in roccia collocate nella parte opposta rispetto all’ingresso della rocca, in modo da potervi ricongiungere alla mulattiera sottostante all’altezza della Scala Santa oppure all’ingresso della zona ecclesiastica dov’è collocata la Cappella di San Girolamo.

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