Sentiero dello Spirito del Bosco

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, soprattutto in primavera
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile o treno scendendo alla stazione di Canzo
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, ottimo per le famiglie ed i loro piccoli camminatori
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 3 ore (A/R)
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 7 km (A/R), dislivello positivo fino a 330 metri
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Sportivo e tecnico, consigliati gli scarponcini
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Pranzo al sacco, acqua e bacchette per camminare
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

Talentuoso intagliatore e scultore del legno, un’artista che riesce ad animare le opere lignee che produce, Alessandro Cortinovis è stato il primo “mastro Geppetto” delle opere che abitano questo sentiero che attraversa il cuore del bosco: tutto iniziò ufficialmente nel 2008 grazie alle sue notevoli abilità artistiche e scultoree, che lo portarono ad intagliare su pezzi di legno oramai “senza vita” diversi personaggi dell’immaginario fantastico boschivo di cui fanno parte gnomi, folletti, elfi, animali, entità fiabesche. Ceppi di alberi morti, tronchi abbattuti per via del maltempo, radici sradicate e tutto quello che il bosco cede senza dolo antropico riutilizzati per animare un sentiero boschivo, donandogli una storia da raccontare a chiunque passi da lì.

Negli anni a venire, tanti altri artisti intagliatori hanno voluto prendere parte a questo progetto per rendere il Sentiero dello Spirito del Bosco sempre più unico e ricco di personaggi da scovare, un percorso in cui non esiste un senso di marcia esatto perché tante sono le direzioni per di su e per di giù, per di qua e per di là, in cui bisogna farsi piccoli piccoli per attraversare il varco d’ingresso del labirinto ligneo, in cui potrete immaginare il suono del flauto di un Fauno. Inoltre non esiste il periodo o la stagione giusta per scoprire questo sentiero perché ognuna di esse veste in maniera differente il bosco, dalla primavera che regala un sottobosco in fiore all’autunno con il suo foliage, dall’estate con il rumore dei ruscelli che scorrono all’inverno in cui la neve rende tutto più magico.

L'escursione

Quasi per caso lessi un articolo su un giornale nazionale (abbastanza noto) che parlava di questo trekking per famiglie, rimanendo sbalordito dal sottotitolo: “una delle dieci passeggiate più belle della Lombardia“. Pensai subito che ci vuole fegato nell’affermare ciò, viste le decine di sentieri lombardi esistenti e che ho percorso, ma dopo l’effetto “Wow“, la curiosità mi portò ad iniziare a raccogliere informazioni a riguardo.

Con tutto ciò che mi serviva, sono partito alla volta di Canzo, un comune collocato nel territorio comasco chiamato Triangolo Larianoraggiungibile sia in automobile, distante un’ora circa da Milano ed un’ora abbondante da Bergamo, che in treno, scendendo alla stazione di Canzo con il regionale che parte da Milano Cadorna. Ad inizio articolo troverete il punto GPS del parcheggio, distante qualche decina di metri dal ristorante e dal punto di partenza del percorso escursionistico chiamato Sentiero dello Spirito del Bosco, con una statua in legno raffigurante un lupo vi accoglierà.

Una volta raggiunte le Fonti di Gajum, bisogna intraprende la mulattiera che attraversa la Foresta Demaniale Regionale Corni di Canzo fino all’altezza di Prim’Alpe, punto in cui si trova un grande spiazzo verde con dei tavolini dove sostare o fermarsi per un picnic, è dov’è collocata la deviazione del sentiero protagonista di questa escursione: tecnicamente proseguendo lungo la mulattiera si arriva diretti e senza intoppi a Terz’Alpe (ultima tappa), mentre intraprendendo la deviazione ci si tuffa nel cuore del bosco in cui bisogna stare molto attenti perché gli spiriti del bosco sono nascosti ovunque.

Alle spalle il belvedere sulla valle ad est, mentre di fronte una statua in legno molto longilinea ed una catasta di legni che indica dove avventurarsi per scoprire le piccole e grandi sculture intagliate nel legno da molteplici artisti più o meno famosi, primo su tutti il bergamasco Alessandro Cortinovis, e raffiguranti diversi personaggi fantastici del bosco che si fondono con l’ambiente in grande armonia. Passeggiando nel fitto sottobosco, tra alberi di carpino nero, tiglio, faggio, abete rosso, olmi, cedro, pino silvestre ed acero montano, ci s’imbatte in cartelli divertenti, streghe e draghi, gnomi e fauni, gufi e scoiattoli, nani con la loro casetta ed un labirinto tra gli alberi.

Fantasia ed immaginazione sono il carburante di quest’avventura, lungo un percorso ben battuto ed in sicurezza, adatto soprattutto alle famiglie con i piccoli camminatori al seguito (dimenticatevi i passeggini perché non utilizzabili), stando sempre all’erta osservando bene tutto ciò che ci circonda perché alcune sculture possono facilmente sfuggire agli occhi dei meno attenti. Usciti dal fitto bosco ed arrivati all’altezza di Terz’Alpe, ci si può riposare sui verdi prati di questo versante in mezzacosta oppure fermarsi a mangiare nel rifugio (ricordatevi di prenotare!), mentre al ritorno è possibile intraprendere la mulattiera per arrivare al parcheggio.

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