Giardino del Merlo

Punto GPS del parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Primavera ed estate
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Tutti, ideale per gli appassionati di fotografia
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 2 ore per il giro ad anello
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Giro ad anello di 2.50 km circa, dislivello positivo fino a metri
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, consigliati gli scarponcini
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Acqua, bacchette per camminare e cappellino
  • SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
La storia

Costruito e sviluppato sul Sasso di Musso, sulle rovine del famoso Castello di Musso diventata la roccaforte inespugnabile del conte Giangiacomo de’ Medici (detto Il Medeghino), l’orto botanico chiamato “Giardino del Merlo” è opera del nobile Giovanni Manzi appartenente alla discendenza Manzi. La sua data di creazione ci porta indietro fino a fine ‘800, epoca in cui venne deciso da Giovanni che questo futuristico giardino avrebbe ospitato specie autoctone locali appartenenti alla classica vegetazione alpina miste ad una vegetazione più esotica e mediterranea proveniente da climi molto più caldi, tutto strutturato con una disposizione a terrazzamento tipica delle zone di costiera e con una doppia esposizione (sole e ombra) in modo da poter suddividere in maniera logica piante e arbusti.

Sul versante soleggiato infatti è possibile trovare piante come palme, cycas, ulivi, eucalipti, fichi d’india, quindi un tipo di vegetazione abituata a crescere in zone con un clima caldo e tropicale, mentre sul versante boschivo sono collocati arbusti sempreverdi come pini, abeti, castagni, piante di pungitopo, larici e tanti altri provenienti da zone più fredde. In cima a tutto, alla fine di una lunga scalinata di pietra ad oltre 300 metri d’altezza, è posizionata la Chiesa di Sant’Eufemia con il suo ampio belvedere su tutta la parte nord del lago di Como e per gli occhi più attenti anche sull’Abbazia Cistercense di Santa Maria di Piona. Completano tutto il giro le rovine del centro incastellato, le panchine posizionate sui tanti belvedere e l’appartamento segreto del vecchio custode del giardino nascosto dietro una porta in pietra.

L'escursione

Sulla sponda comasca dell’Alto Lario si trova un piccolo borgo di lago che porta il nome Musso, geograficamente quasi alla stessa latitudine (ma sulla sponda opposta) dell’Abbazia Cistercense di Santa Maria di Piona, il cui nome nell’ultimo periodo è diventato abbastanza virale sui social per via di un elemento nascosto all’interno di un grande e strutturato parco botanico costruito su uno sperone di roccia.

Distante in automobile 2 ore scarse da Milano e 2 ore abbondanti da Bergamo, una volta arrivati è possibile usufruire di diversi parcheggi dove lasciare l’automobile come quelli in zona Chiesa/cimitero o quelli superiori in Via Genico, dalla quale ci si incammina per raggiungere Via del Giardino e l’ingresso del parco rappresentato da un grande cancello aperto tutto l’anno. Il Giardino del Merlo, che accoglie i suoi visitatori con diversi cartelli informativi elencanti le raccomandazioni da osservare durante la vostra visita e tante altre notizie utili, è un orto botanico a cielo aperto che raccoglie decine di specie botaniche sia autoctone che non, con una disposizione a terrazzamenti simile a quelle delle zone di mare e sviluppato in maniera verticale, ma ben diviso sui due versanti che lo compongono, quello boschivo e quello soleggiato:

  • Con il cancello alle spalle, il primo edificio che s’incontra è la Foresteria, rappresentante il varco d’ingresso del parco e punto d’inizio del giro ad anello interno che porterà l’interessato a scoprire tutto di questo luogo, tra belvedere, grotte, piante esotiche e gallerie. Qui sono posizionati i servizi igienici.
  • Intraprendendo il percorso verso destra, inizia l’escursione del versante boschivo in cui sono presenti diversi arbusti e piante sempreverdi come pini, pungitopi, abeti, larici, castagni; continuando con la salita, si intravedono le strutture crollate degli antichi bastioni del centro fortificato medioevale e ci s’imbatte nei primi belvedere sul lago di Como, oltre ad attraversare delle gallerie scavate nella roccia utili per passare da un versante all’altro.
  • Usciti dalle gallerie, si percepisce subito il cambio ad un versante soleggiato per via della maggiore esposizione al sole ed alla grande presenza di piante più esotiche, come agave, palme, cycas ulivi e fichi d’india (presenti a macchia d’olio su tutte le pareti).
  • Arrivati in prossimità del ponte a tre archi, bisogna intraprendere la deviazione che porta verso l’alto e superare un piccolo cancelletto oltre la quale percorrere l’apposita scalinata che porta alla Chiesa di Sant’Eufemia ed ai suoi belvedere su tutta la parte nord del lago di Como. Disposti ancor più in alto, sono facilmente raggiungibili i resti del Castello di Musso, che da un’altezza superiore ai 300 metri dominava su tutto questo versante.
  • Tornando indietro scendendo dalla scalinata, all’altezza del piccolo cancelletto bisogna prendere la deviazione verso destra (quindi verso il basso) per arrivare fino all’elemento (e vero motivo) che negli ultimi mesi ha fatto diventare virale questo luogo, e vi sto parlando di una porta di roccia ben mimetizzata e che nasconde l’ingresso della casa (oramai abbandonata) dell’ultimo guardiano di questo giardino. È ancora possibile esplorare l’interno della struttura facendo molta attenzione, distinguendo molto bene la disposizione delle stanze ed a cosa corrispondono, l’ambiente interno è molto illuminato grazie alla presenza di grandi finestre che sono diventate tutte dei belvedere.
  • Usciti dalla casa, il percorso dell’orto botanico continua attraversando gli ultimi terrazzamenti in cui sono stati collocati un altro genere di arbusti e piante da frutto, come il cedro, il sambuco, l’eucalipto, il bagolaro e l’ulivo, fino ad arrivare al punto di chiusura del giro ad anello ed all’uscita.

Il giardino è stato chiuso e reso inaccessibile dal 2013 fino al 2019 per ristrutturazione e riqualificazione, per via del suo stato di degrado ed abbandono oltre che per la messa in sicurezza dei passaggi più pericolosi, e si trova alle pendici del Sasso Musso, sulla quale sorgeva il castello del Medeghino. È aperto ed accessibile tutto l’anno, quindi anche se troverete la porta chiusa (non a chiave eh!) sappiate che vi basterà aprirla per entrare, ideale per scoprire un angolo del lago di Como dal sapore tropicale per le decine di piante non autoctone oppure per fare un bel picnic nei pressi della Chiesa.

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