Santuario di Montecastello (Madonna della Stella)
- QUANDO ANDARCI: Aperto da aprile ad ottobre, verificare gli orari e le date di chiusura
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
- CONSIGLIATO PER: Tutti, accessibile a persone con disabilità motorie
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 1 ora per visitare la chiesa e la croce in cima (extra)
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: L’ingresso dista 30 metri dal parcheggio superiore
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Qualsiasi, ma evitare abiti succinti/corti
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Nulla di particolare
- SITO INTERNET UFFICIALE: Eremo di Montecastello
- SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
Esiste un bandito che con la sua storia ed i suoi atti è riuscito a spodestare la fama della castellana del lago di Garda e del suo Santuario: si tratta di Zanzanù, un temuto e leggendario fuorilegge originario di Tignale che si dice abbia commesso quasi 200 omicidi (leggenda poi sfatata) per difendere l’onore della sua casata. Portava il nome di Giovanni Beatrice e la sua è una storia contorta e piena di loschi intrecci: dopo essersi vendicato della morte del padre uccidendo sicari e mandatari, venne emesso un bando di pena nei suoi confronti che sfortunatamente per lui si evolse in una sentenza più aspra, diventando così un perfetto esempio di come la giustizia di quell’epoca (XVII secolo) decise di perseguitare tali figure riconosciute come fuorilegge e pericolose per la socialità. Lui e la sua banda, detta degli Zannoni, grazie ad una copertura di tacita convenienza e tolleranza di molti nobili della Riviera di Salò e dell’Alto Garda, spargevano terrore assalendo convogli e barche col fine di rubarne il carico oltre a commettere efferati omicidi senza preoccuparsi di chi fosse il bersaglio.
Arrivati al limite, i provveditori della Serenissima non riuscivano più a sopportare le sue scorribande, decidendo di affiggere delle taglie su di lui e sulla sua banda: Zanzanù divenne un ricercato di altissimo profilo e che, braccato dal provveditore Giovanni Barbaro, dovette darsi alla fuga per scampare all’arresto, arrivando a trovare rifugio in zone lontane come Parma e Cremona offrendosi come mercenario. Purtroppo non riuscì a stare lontano dalla sua terra natia dove decise di ritornare, una decisione che gli costò la vita il 17 agosto 1617 dopo un violento scontro a fuoco tra la sua banda ed alcuni soldati in seguito ad un mancato sequestro di persona.
Divenne leggenda, rimanendo impresso nel folclore locale, quando il pittore bresciano Giovanni Andrea Bertanza riportò su tela la scena della fuga e morte di Zanzanù: un quadro ancor oggi visibile all’interno della Chiesa, in cui è stata raffigurata la sparatoria tra la banda del fuorilegge ed un gruppo di tignalesi che li inseguivano, esattamente nella giornata del 17 Agosto del 1617 in cui lo uccisero mettendo fine all’oppressione del bandito e liberando finalmente Tignale.
Fonti utilizzate per scrivere l’articolo: Bandiere Arancioni – Betania Travel – TeleVigno




Solo continuando ad esplorare si scoprono luoghi unici come quello descritto in questo articolo, che fino a qualche mese neanche sapevo esistesse nonostante il lago di Garda lo frequenti. Ed ora la domanda sorge spontanea: quanto conosci il territorio che ti circonda? La risposta la si può trovare solo lasciandosi stupire da tutto ciò che per la prima volta scopriamo di nuovo, come nel caso di questo punto d’interesse sorto dai ruderi di un vecchio tempio e collocato a Tignale, un piccolo comune della provincia bresciana che affaccia sulla sponda lombarda del Garda, distante in automobile due ore e mezza da Milano ed un’ora e mezza abbondante da Bergamo.
Partendo da una citazione che ho trovato sul web e che descrive Tignale come “un punto di incontro tra paesaggio alpino e lacustre“, si percepisce molto come questo borgo ed i tanti altri dislocati sul lungolago presentino un perfetto equilibrio tra la loro identità legata al lago e l’altra faccia della medaglia legata alla montagna (la parte che d’altronde più mi interessa); ed è proprio sulla cresta di questa montagna che si sviluppano il Santuario e l’Eremo di Montecastello, anche chiamato della Madonna della Stella per via di un miracolo avvenuto nel 1200 circa, un intero complesso ecclesiastico costruito ad un’altitudine di circa 650 metri sul livello del mare (e non del lago) ed una croce posta in cima al monte!
Sono presenti due parcheggi, uno inferiore ed uno superiore, quindi in base alla scelta potrete optare per:
- Lasciare l’automobile nel parcheggio inferiore che s’incontra a bordo strada, proseguendo poi a piedi lungo il sentiero boschivo asfaltato e che rappresenta la Via Crucis con le cappelle raffiguranti i misteri Mariani, fino ad arrivare al varco d’ingresso del piazzale ed uscire direttamente davanti alla Santuario.
- Oppure controllare il display elettronico posto nei pressi del parcheggio inferiore e proseguire con l’automobile verso il parcheggio superiore sul piazzale, che risulta limitato a 11 posteggi auto forniti di sensore che danno infatti responso al display elettronico visto poco prima per conoscerne la disponibilità.
Un grande piazzale con pavé di porfido (recentemente rinnovato perché prima presentava un fondo in ghiaia) accoglie il turista, e da qui partono il sentiero per la croce, la breve discesa che porta alla panchina gigante con l’area picnic ed infine le scale d’ingresso al Santuario.
Superato il varco con la sua cancellata, vicino alla quale si notano le due targhe dedicate all’arciprete Domenico Triboldi ed a Francesco Arrighini, si entra nel bellissimo cortiletto interno con tanto di prato molto curato ed alcune sezioni in ciottoli, le due scale che portano verso il piano superiore e parallele ai due corridoi laterali che danno verso l’esterno: nelle stanze del piano inferiore sono presenti diverse raffigurazioni ecclesiastiche ed alcune parti in via di restauro, mentre salendo lungo le scale si entra nella Chiesa di Maria Vergine, composta da tre navate ricche di affreschi e statue, che presenta posizionata sul fondo la cosiddetta Casa Santa con tanto di soasa, una costruzione lignea religiosa antica ed intorno alla quale si è sviluppata tutta la struttura della Chiesa. Dietro al Santuario è collocato l’Eremo, non accessibile al pubblico previa autorizzazione, mentre intraprendendo il sentiero per la croce si arriva fino in cima al monte e dalla quale si può godere di una vista particolare e spettacolare su tutta la struttura di Montecastello e sul lago.
Questa meta ricorda molto l’Eremo di Santa Caterina per quanto riguarda la tipologia e posizione di costruzione, mentre il Santuario della Cornabusa per la strutturata Via Crucis; si tratta infatti di luoghi che hanno molte similitudini e punti in comune tra di loro, spesso legati al culto della fede cristiana ed al fedele che edifica queste strutture in punti ostici come segno del proprio credo, della quale fanno parte anche il Castello dell’Innominato, l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio, il Giardino del Merlo, l’Eremo di San Valentino e tanti altri ancora.