Il Salto degli Sposi
- QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, in ogni stagione ha un fascino differente
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile o pullman in caso di gite organizzate
- CONSIGLIATO PER: Tutti, ideale per le proposte di matrimonio
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 25 minuti per visitare il punto d’interesse
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 1.30 km (A/R), dislivello negativo fino a 46 metri
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Casual o sportivo, consigliate scarpe comode
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Nulla di particolare
- SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
Un mistero misterioso, come direbbe qualcuno, che negli ultimi anni ha però trovato una quadra grazie a molte prove e forse forse misterioso non è.
I protagonisti sono due: Massimiliano Prihoda, giunto in Italia per la prima volta nel 1871 e che visitò il Passo della Presolana per far visita ai suoi parenti di Dorga, ed Anna Stareat, pittrice e giovane moglie del musicista qui venuto in cerca anche di nuove ispirazioni. Durante il suo soggiorno qui tra i monti delle Orobie, era solito raggiungere una pericolosa falesia verticale affacciata sulla Val Camonica e Val di Scalve (l’attuale belvedere) per contemplare la natura e cercare ispirazioni per scrivere nuove opere musicali, tanto da decidere di trasferirsi qui, dopo esser tornato in Polonia per sistemare tutti i suoi affari in patria ed a recuperare Anna.
Trovarono una sistemazione a Donico, dove iniziarono una nuova vita tra i monti della Presolana e dalla quale traevano ispirazione per comporre nuovi spartiti e diversi quadri in cui la montagna era sempre il soggetto principale. Si integrarono molto bene con la comunità del posto grazie ai loro modi di fare molto gentili ed alla loro bontà d’animo, fino al tragico giorno in cui si consumò la tragedia ed i loro corpi senza vita vennero ritrovati da Bortolo Dovina, un guardia boschi forestale di Angolo Terme, ai piedi del dirupo del belvedere dopo una notte di tempesta. Da qui naque la leggenda del Salto degli Sposi.




Una coppia che decise di giurarsi amore eterno al cospetto di una delle cime più importanti delle Orobie, decidendo anni dopo di farla finita insieme e nello stesso punto, abbracciati anche nella morte in modo tale che niente e nessuno avesse potuto separarli. Una storia tragica che ha dato vita ad un luogo frequentato da migliaia di persone ogni anno, protagonista di questo articolo e di quest’uscita domenicale.
Per prima cosa bisogna partire per il Passo della Presolana, un valico delle Prealpi Bergamasche che sfiora i 1300 metri d’altitudine e che collega la Val di Scalve e la Valle Seriana, distante in automobile un’ora da Bergamo ed un’ora e mezza da Milano.
Superato l’impianto di risalita e raggiunto uno dei diversi parcheggi disponibili e contrassegnati da diversi cartelli P di colore blu, troverete ad inizio articolo il punto GPS di uno di loro, dopo aver parcheggiato l’automobile si procede a piedi verso il punto di partenza della breve passeggiata che porterà a visitare il Salto degli Sposi, un luogo di grande interesse paesaggistico e storico che la provincia ha saputo ben valorizzare.
Diversi e ben posizionati sono i cartelli indicanti la direzione da seguire per poter percorrere questa facile passeggiata di 10 minuti circa, lungo un sentiero ben battuto e lievemente in salita (e discesa) che attraversa una piccola area boschiva, affrontabile anche con delle semplici scarpe da ginnastica. Una volta arrivati a destinazione, l’area d’interesse è composta da 3 differenti zone:
- La prima è quella di accesso, in cui è posizionato il cartello informativo della Val di Scalve con l’omaggio scalvino al Salto degli Sposi, un dipinto intitolato “L’ultimo abbraccio” della pittrice Anna Magri di Schilpario e lo scritto “Rappresentazioni” di don Francesco Maj del 2006. Di fronte è collocato invece un tavolo con sedute ideali per chi cerca riposo o semplicemente vuol fermarsi per un picnic.
- La zona intermedia, dove sono stati posizionati i pannelli sulla quale leggere e scoprire la storia di Massimiliano Prihoda e Anna Stareat, un musicista ed una pittrice che proprio qui decisero di giurarsi amore eterno e sposarsi per poi trasferirsi in una casetta nella vicina località di Donico, fino al tragico giorno in cui la fecero finita gettandosi insieme giù da questo dirupo a strapiombo sulla Valle Camonica, abbracciati anche nella morte. Inizialmente considerata una leggenda per via della sua accentuata tragicità, un gesto scatenato da un motivo ancora inspiegabile, che dopo diverse ricerche e prove inconfutabili divenne realtà: un dipinto fatto da lei e raffigurante lui venne trovato al Prince of Wales Museum of Western India a Bombay, mentre una sinfonia di lui dedicata a lei venne recentemente scoperta al Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo. Dietro alla recinzione, sono invece collocate le rappresentazioni in metallo raffiguranti i due sposini ed un violinista.
- L’ultima zona è invece il bellissimo ed ampio belvedere sulla Val di Scalve e la Valle Camonica, con una mappa di tutte le varie cime posizionate di fronte all’osservatore, con la cima del Monte Pora ben visibile sulla destra e la vallata della Via Mala con il suo corso d’acqua proprio ai piedi della montagna. Una rosa camuna è stata scolpita al centro della pavimentazione del belvedere, con tanto di punti cardinali, mentre diversi lucchetti appesi alle reti siglano e racchiudono l’amore e le promesse di tante coppie.
Un luogo che ci restituisce una storia tragica ma che viene considerato da molti uno dei più romantici delle Orobie, in cui difatti è facile imbattersi in proposte di matrimonio vista la nomea ed il bellissimo belvedere, che non ha nulla da invidiare a tanti altri posti famosi proprio per questo motivo. Se state cercando quindi un luogo così, il Salto degli Sposi fa al caso vostro, mentre se volete proseguire la vostra gita fuori porta potete spostarvi e con la visita in zona potete spostarvi e raggiungere con facilità la Via Mala a Colere, una strada completamente scavata nella roccia ai piedi dei monti della Presolana, visitare l’Oratorio dei Disciplini di Clusone, per osservare uno dei rari affreschi raffiguranti la “danza macabra” e finito in un videogioco, oppure ai più fortunati consiglio la visita del Santuario della Madonna delle Lacrime a Ponte Nossa, in cui si trova uno dei tre coccodrilli imbalsamati presenti nelle chiese di tutta Italia.