Bottega Nani
- QUANDO ANDARCI: Esternamente accessibile tutto l’anno, internamente nei weekend con orari 10:00-18:00
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile o pullman in caso di gite organizzate
- CONSIGLIATO PER: Tutti, accessibile a persone con disabilità motorie (internamente solo il piano terra)
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 30 minuti per visitare affresco ed oratorio
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 500 metri, sempre pianeggiante
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Casual o sportivo, ma evitate abiti succinti/corti
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Nulla di particolare
- SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
L’opera grazie alla quale Attilio Nani verrà ricordato per sempre è sicuramente la tiara realizzata in occasione dell’elevazione a papa del cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, prima patriarca di Venezia e poi divenuto papa Giovanni XXIII il 28 ottobre 1958, ed incoronato il 4 novembre. Quest’opera artistica, prodotta da Tilio ed alla quale collaborarono anche i figli e colleghi Cesare, Claudio e Giuseppe, venne progettata in ogni minimo dettaglio e prodotta con materiale di grande pregio come oro, perle, diamanti, rubini, zaffiri e smeraldi incastonati in maglie d’argento.
Finanziata e donata dall’Amministrazione Provinciale bergamasca al nuovo papa, conterraneo originario di Sotto il Monte, la nuova tiara aveva delle linee più fini che spezzavano i canoni con il passato, con quelle forme baroccheggianti che risultavano forse troppo pesanti, creando un’opera d’arte raffinata, elegante e moderna. Una tiara bianca ornata con tre corone in oro ricche di pietre preziose, una crocetta dorata in cima e tempestata di diamanti, mentre all’altezza della calotta vennero collegati degli stendardi in seta con ricami in oro che raffiguravano lo stemma del papa e dell’arme del Capitolo Cattedrale.
Ad oggi una copia ed alcuni progetti sono visibili all’Oratorio dei Disciplini di Clusone, mentre l’originale con altri oggetti appartenenti al papa sono custoditi ed esposti all’interno della Cappella di San Vincenzo e San Giovanni XXIII della Cattedrale di Bergamo.




Un articolo ed una puntata del progetto Lombardia Experience diversi dal solito, perché vi avviso in anticipo che (ad oggi) quello che vi racconterò non è più visitabile, ma lo è stato per una finestra temporale molto ristretta del 2024. Quindi, sediamoci comodi e sorseggiamoci un tè mentre parlerò di questa storia che ha dell’incredibile e dove due mondi completamente diversi, anche se relativamente correlati, si sono incontrati a Bergamo.
La destinazione di questa storia mi ha catapultato a Clusone, un comune dell’alta Val Seriana e collocato nel gigantesco parco regionale delle Orobie Bergamasche, distante in automobile 40 minuti da Bergamo ed un’ora abbondante da Milano. Una volta arrivato sul posto ho trovato diversi parcheggi disponibili tra quelli gratuiti ed a pagamento, ad inizio articolo troverete il punto GPS esatto per raggiungerli, e dopodiché bisognava procedere e percorrere a piedi l’ultimo tratto che avrebbe portato all’Oratorio dei Disciplini di San Bernardino per visitare la mostra temporanea dedicata alla Bottega Nani.
Perché sto parlando al passato? Molto semplice, tutto ciò che sto per raccontarvi non è più visitabile e la mostra ha chiuso i battenti, ma si trattava di un argomento troppo interessante per non dedicargli un articolo o un video sul mio canale, che racconta proprio di storie lombarde come questa. L’ho scoperta l’ultima volta che sono stato a Clusone per visitare l’Oratorio dei Disciplini e raccontarne la Danza Macabra, ed è durata dal 22 giungo al 2 settembre 2024, con una proroga fino al 3 novembre, e narrava la storia artistica e lavorativa della Bottega Nani, una famiglia di artigiani clusonesi molto importanti e conosciuti tra le valli bergamasche. E non solo!
La mostra è stata sviluppata in maniera molto lineare, partendo quindi dal passato con la presentazione di Abramo Nani, la chiave di volta di questa storia e della fama di questa bottega di famiglia fondata nel 1851 dal padre Giovanni e lo zio Luigi, dove si maneggiavano metalli preziosi come l’argento, il rame e tanti altri. Abramo studia alla scuola Tadini di Lovere, oggi Accademia di belle arti Tadini, dove con impegno e sacrificio prende la qualifica di argentatore (o argentiere) e si appassiona all’oreficeria con le tecniche di sbalzo e cesellatura, riuscendo così ad aprirsi nel 1926 una sua bottega a Bergamo, che diventò in pochissimo tempo meta di appassionati ed interessati all’arte di Tilio Nani.
Negli anni a venire progetta, scolpisce e produce un’innumerevole numero di opere lavorando diversi metalli preziosi, tante delle quali parteciperanno anche a mostre d’arte decorativa molto importanti in Italia tra il 1923 ed il 1951, come le Biennali di Monza e le Triennali di Milano, le Quadriennali di Roma e le Biennali di Venezia. Eventi quindi non di poco conto, in cui si aggiudica molti premi e tante citazioni anche da testate informative straniere del settore, che lo porteranno inconsciamente (o forse no) a ricevere la richiesta più importante della sua vita artistica e lavorativa da parte del Vaticano.
La sua ultima e più importante opera è sicuramente quindi la tiara prodotta per papa Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli), un nome che ho già citato in altre occasioni come il Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago ed il Tempio della Fraternità a Cella di Varzi, ed utilizzata per incoronarlo nuovo Papa il 28 ottobre 1958. Due personaggi bergamaschi che s’incontrano, un’artista ed un Papa. Tilio viene a mancare nel 1959 ma la sua bottega e la sua conoscenza vanno avanti grazie a figli e nipoti, alla quale è stata tramandata quest’arte preziosa e rara, continuando così la loro tradizione di artigiani bergamaschi dei metalli.
Altri punti d’interesse sono visitabili qui ed in zona, partendo proprio dalla Danza Macabra esposta esternamente all’Oratorio dei Disciplini di Clusone, il Salto degli Sposi collocato alla fine di una breve passeggiata sul Passo della Presolana oppure la Via Mala situata ai piedi del Monte Pora a Colere.