Consonno

Punto GPS in cui trovare parcheggio
Informazioni utili
  • QUANDO ANDARCI: Tutto l’anno, meglio in primavera o estate
  • RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
  • CONSIGLIATO PER: Urbex ed esploratori i luoghi abbandonati
  • DURATA DEL PERCORSO: Circa 4 ore per la visita completa
  • LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 5 km a piedi totali, dislivello positivo fino a 200 metri
  • ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, con scarpe da ginnastica
  • COSA AVERE NELLO ZAINO: Acqua, ombrello, torcia, cappellino, occhiali da sole
La storia

Quella che ai giorni d’oggi risulta una città in totale stato di degrado ed abbandono, negli anni ’70 veniva chiamata la Las Vegas della Brianza dove tutto era possibile. Infatti Consonno, situata in provincia di Lecco, era una piccolissima frazione del comune di Olginate in cui il Conte Bagno acquisto tutti i terreni presenti, iniziando il processo di trasformazione del territorio costruendo alberghi, locali ed altrettante attrazioni turistiche che per una decina d’anni portarono molti visitatori in questo fiorente Paese dei Balocchi. L’edificio simbolo di questo luogo è ovviamente il Minareto, la torre che si erge sopra l’edificio principale e visibile ovunque, sotto la quale si sviluppava una galleria commerciale con negozi, sale gioco e piccoli appartamenti.

Tutto sembrava procedere nella direzione giusta, fino a quando nel 1976 una frana danneggiò gravemente la strada principale (ed unica all’epoca) che portava da Olginate a Consonno, rendendo così difficile raggiungere la cittadina posta in cima al monte. Il Conte, per evitare il tracollo economico totale, iniziò a riparare la strada ma per qualche strano scherzo del destino i turisti non guardavano più Consonno con gli stessi occhi di prima, la magia era finita, decretando così la sua fine. L’atto finale che portò la rovina ed il danneggiamento delle strutture presenti fu il rave party organizzato nel 2007, un vero e proprio accanimento fisico nei confronti di quello che restava del parco divertimenti abbandonato.

L'esplorazione

Inizialmente nato come VLOG e successivamente diventato un episodio di Lombardia Experience, che rischiava di far parte del format Lombardia Abbandonata. Insomma, una destinazione camaleontica che, fortuna vuole, ho potuto visitare con il meteo perfetto: nebbia e pioggia autunnale.

Vi sto parlando di una meta dal fascino intramontabile e ad oggi ancora abbandonata, nonostante ciclicamente qualche notizia balzi agli onori della cronaca riportando una sua possibile rigenerazione urbana, che ha vissuto una sua epoca d’ora ma che la sfortuna ha voluto affossare: Consonno è un piccolissimo centro (dis)abitato collocato tra le montagne a sud della provincia di Lecco, distante in automobile un’ora e mezza da Milano ed un’ora da Bergamo.

Una volta intrapresa la strada di montagna che sale da Olginate, dovete avere solamente cura di fermarvi e parcheggiare prima della sbarra in ferro verde e non posteggiare oltre per non incappare in varie problematiche: anche nel caso in cui troviate aperta la sbarra (ipotesi possibile solo durante l’orario della messa domenicale celebrata dalle 10.00 alle 12.00), io vi consiglio vivamente di non proseguire con l’automobile se la vostra sosta sarà superiore a quella fascia oraria perché le possibilità di ritrovare al ritorno la sbarra chiusa sono molto alte. Ho assistito a scene poco piacevoli, quindi fate attenzione.

Posteggiata l’auto a bordo strada, bisogna proseguire a piedi lungo la strada asfaltata e percorrendo circa 1.40 km con un dislivello positivo notevole di 150 metri, fino ad arrivare al vero ingresso di tutto il complesso e che vi porterà ad esplorare un luogo unico e magnifico:

  • Il primo edificio, considerato quindi il varco d’ingresso di Consonno, veniva chiamato il Pavesino: un luogo in cui era presente un punto informazioni, un piccolo punto ristoro ed un ampio parcheggio in cui poter lasciare l’automobile, dalla quale parte poi una strada asfaltata verso il centro e lungo la quale sono posizionate le varie strutture ad arco con affisse le celebri frasi atte a rendere questo luogo immortale.
  • Avviandosi verso il centro, sulla destra è collocata la deviazione che porta al cimitero del paese. Piccolo ma sempre interessante.
  • Continuando e tenendo la sinistra si raggiunge invece il belvedere, che consiste in una balconata piastrellata che ad oggi risulta però perso vista l’alta e fitta vegetazione cresciuta negli anni.
  • Si arriva infine alla piazza centrale, circondata da tantissimi altri importanti e storici edifici come la chiesa, le piccole strutture ricettive turistiche, la fontana, il ristorante, l’albergo e la grotta.
  • Attraversata la piazza, si arriva nella zona in cui sono collocati due importati strutture come il salone delle feste, la gigantesca e ben strutturata balera con diverse piste da ballo all’aperto, il fulcro della vita notturna di Consonno in cui si ritrovavano i giovani dei paesi limitrofi.
  • L’altra importante struttura, vero simbolo di questo luogo abbandonato, è il Minareto: l’edificio più grande di tutti e dov’era collocato il cuore pulsante delle attività ricreative e di vendita di Consonno. Presentava tra il piano terra ed il primo piano una galleria di negozi e di attività varie, al piano più alto erano collocati gli appartamenti (destinati ai lavoratori? ai clienti?) mentre in cima c’è l’ampissima terrazza dove si erge la caratteristica cupola presente in tutte le foto ricordo di questo luogo.

Lo stile architettonico di tutti gli edifici di Consonno presenta grandi differenze l’uno dall’altro, con molte influenze asiatiche e arabe, ed il vero obiettivo era il divertimento: fermandomi al centro della pista da ballo, ho cercato di immaginare cosa potesse significare scatenarsi fino a tarda notte in un luogo del genere, ed è stato come se avvertissi ancora l’energia, la voglia di vivere e divertirsi delle persone all’epoca. Purtroppo ai giorni nostri mostra la sua faccia decaduta, quella di un paese abbandonato e fantasma, ma all’epoca per il Conte Bagno rappresentava il suo sogno, purtroppo infranto.

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