Lombardia Experience
Sapete qual è il motivo che mi porta ad esplorare sempre nuovi posti? La curiosità, oltre alle mille idee che mi frullano per la testa! Infatti, prima del progetto Lombardia Experience, ho avuto modo di cimentarmi con altri format video abbastanza fallimentari e mai consolidati, forse perché non fossero quelli giusti o forse perché l’interesse scemava via troppo facilmente. Niente è davvero riuscito a mantenermi focalizzato così tanto da farmi creare contenuti con costanza, fino a quando una serie di eventi mi fece capire che avevo girato l’Europa in lungo e in largo ma della regione in cui abitavo non sapevo praticamente nulla!
Il progetto “Lombardia Experience” ha avuto diversi momenti diventati le cause scatenanti della sua effettiva nascita e creazione:
- 23 Settembre 2017 : presi la macchina per andare a Vimercate (MI) ad incontrare degli amici, incappando però in una cittadina chiusa al traffico per via di una fiera medioevale distribuita per tutto il centro città, con tanto di falconieri ed il palio delle varie contrade. Interessante.
- 24 Settembre 2017 : non volevo restarmene in casa a far nulla ma non avevo idee, quindi iniziai a cercare su internet senza trovare nulla di interessante: grazie al passaparola finimmo nuovamente ad una fiera medioevale a Lomazzo, paesino in provincia di Como, in cui ritrovai gli stessi falconieri del giorno prima! Incredibile.
- 14 Ottobre 2017 : quando capisci d’essere “sommerso” forse è meglio fare pulizia, e svuotando degli scaffali mi è letteralmente caduto in testa un libro dal titolo “Lombardia Sconosciuta – Cento itinerari insoliti e curiosi” ad opera di Giuseppe Zanini. Dopo qualche parolaccia esclamata per il dolore, iniziai a fissare il libro cercando di capire di chi fosse perché non ricordavo d’averlo mai comprato, scoprendo poco dopo che era stato mio papà a metterlo lì. In testa.
- 5 Novembre 2017 : stavo sperimentando i VLOG, un genere di video in cui una persona prima si racconta davanti alla telecamera e poi monta e pubblica tutto online, finendo ad esplorare il paese abbandonato di Consonno (LC): l’idea era quella di registrare e raccontare la mia esplorazione senza un vero senso logico. Ispirazione.
- 1 Gennaio 2018 : dopo una notte di bagordi passata in Veneto a festeggiare capodanno, intrapresi nel tardo pomeriggio la via del ritorno, ma con Marco decidemmo di fermarci a metà strada e pernottare una notte in un B&B a sud del Lago d’Iseo. Da alcuni cartelli della zona appresi della presenza di una Riserva Naturale chiamata Torbiere del Sebino, praticamente attaccata al lago, e decisi che lì avrei registrato un altro VLOG. Questa è stata effettivamente la puntata pilota del progetto. Inizio.
- 15 Luglio 2018 : dopo un anno circa dall’inizio di questi VLOG, tirai le somme e capii che qualcosa non stava funzionando; allo stesso tempo non riuscivo ad elaborare nuove idee che si discostassero dal semplice video in cui raccontare qualcosa: dovevo abbandonare definitivamente il progetto VLOG e ripartire da ciò che fino a quel momento ha funzionato. Trascorsi settimane intense alla ricerca di un tipo di contenuto unico che potesse avere vita lunga e sulla quale basarci una serie di video, fino a quando pensai al libro cadutomi in testa pochi mesi prima ed ai due unici video andati bene (Torbiere e Consonno): associai le due cose e BOOM. Idea.
Questo progetto/format è la parte più importante e principale del mio canale YouTube, nata come idea di condivisione del patrimonio naturalistico, storico e culturale presente sul territorio lombardo, in maniera semplice e diretta con un pizzico di ironia e di pazzia. Ogni volta che programmo la visita (o l’esplorazione) di un posto nuovo, cerco di raccogliere più notizie ed informazioni possibili a riguardo per non arrivare sul posto impreparato (salvo imprevisti), perché l’obiettivo finale è di creare un contenuto video adatto a tutti, informativo e senza troppe castronerie!
La Lombardia è una delle regioni più estese d’Italia e quella con più abitanti in assoluto divisi in dodici province, con un paesaggio che varia tra pianura, montagna e collina ed arricchito da laghi e fiumi, aree boschive e coltivate. Per non parlare delle bellezze storiche e artistiche che si possono trovare sia nei capoluoghi di provincia che in altri piccoli paesini, come il la Linea Cadorna di Brezzo di Bedero (VA), il Faro Voltiano a Brunate (CO), il borgo di Sabbioneta (MN), l’Abbazia Cistercense a Piona (LC), le Incisioni Rupestri in Val Camonica (BG e BS) ed il Tempio della Fraternità a Cella di Varzi (PV) . Pronti a vivere ed esplorare questa regione a 360 gradi?
Si tratta della provincia lombarda con il maggior numero di comuni e con il più ampio territorio montuoso, composta da diverse valli nate dal ritirarsi dei ghiacciai e quindi ricche di laghetti d’origine glaciale, oltre a possedere una parte di territorio collinare in cui sono posizionati gli storici vitigni per la produzione del vino bergamasco.
La città capoluogo è di origine romana ed i primi ad occuparla furono gli Orobi (nome che ritorna spesso nella storia di questo territorio), passando dall’insediamento dei Longobardi fino all’annessione con la Repubblica di Venezia, arrivando poi a far parte della Repubblica Italiana grazie ad una brigata di volontari che, guidata da Garibaldi, liberò tutto questo territorio dall’impero austriaco.
Bergamo è considerata una tra le migliori città d’Italia per la qualità di vita, ben strutturata e con molti servizi primari, con mura difensive gigantesche diventate patrimonio UNESCO e tanti monumenti storici sparsi per la città, oltre a musei e chiese. In tutto il resto del territorio provinciale è possibile invece visitare i vari siti archeologici riguardanti le incisioni rupestri oppure riempirsi la pancia con i molti prodotti tipici della zona di origine casearia.


La provincia di Brescia è la più estesa tra quelle facenti parte della regione lombarda, divisa a metà tra montagna e collina, bagnata ad est dal lago di Garda dove si trovano luoghi unici come Limone sul Garda e Sirmione, il Vittoriale degli Italiani, la cinematografica strada della Forra e la storica Salò, mentre spostandosi verso i territori interni, più facilmente coltivabili, si raggiunge una zona d’eccellenza italiana denominata Franciacorta ed in cui nascono uve di altissima qualità e vengono prodotti vini pregiati e particolari (come quello invecchiato nelle gabbie di lago).
La città di Brescia è un connubio di stili architettonici provenienti da diverse epoche, da quella romana alla longobarda, fino ad arrivare quasi ai giorni nostri con piazze e strutture che presentano il tipico stile Littorio, appartenente al periodo ventennale Fascista, come tutto ciò che è visibile in Piazza della Vittoria, dalla quale parte anche la famosissima e tutta italiana gara automobilistica “Mille Miglia“.
Il territorio bresciano è anche stato teatro di feroci scontri determinanti per l’Unità d’Italia, come quello riportato nella storia di San Martino della Battaglia, raccolto e raccontato nel Complesso Monumentale di San Martino.
Tra le provincie lombarde più antiche (fondata in seguito di una riforma nel 1786) e che storicamente, prima all’Unità d’Italia, venivano considerati territori con un forte ascendente geopolitico in tutto il nord Italia: basti pensare che la circoscrizione comasca inizialmente comprendesse tutti i territori che ad oggi formano le province di Varese, Lecco e Sondrio, oltre ad una piccola parte del Canton Ticino. Una storia radicata fin dal Paleolitico grazie ai tantissimi giacimenti fossiliferi che dimostrano la passata presenza di quei bellissimi e pericolosi bestioni chiamati dinosauri.
L’economia territoriale s’è sempre sviluppava partendo dalle rive del lago con pesca e prodotti artigianali, fino ad arrivare alle cime più alte con l’allevamento di animali da pascolo e la produzione di prodotti caseari, mentre cultura e scienza vennero rappresentate da personalità di un certo calibro come Alessandro Manzoni, autore del romanzo italiano più celebre del 1800 ambientato proprio nell’antico Contado di Como, ed Alessandro Volta, inventore della pila (antenato delle attuali batterie) ed alla quale sono dedicati diversi monumenti in città.


Lo stemma provinciale è composto dai simboli delle 3 città principali, Crema, Cremona e Casalmaggiore, ma nessuno raffigura l’oggetto più iconico ed istituzionale di questi territori: sto parlando del violino. Qui risiedono i migliori liutai italiani, e qui è nato e diventato famoso Antonio Stradivari. Tutti i suoi strumenti musicali vennero prodotti con legno proveniente dalla Val di Fiemme, prendendo in considerazione (prima ancora del taglio) solo abeti in ottimo stato di salute, col fine di ricavarne parti di pregiata fattura che garantivano stabilità e qualità del suono.
Piccola curiosità: grazie a recenti analisi scientifiche è stato scoperto che, per la costruzione di tutti gli strumenti musicali di sua creazione, Stradivari utilizzò in totale non più di 20 differenti tronchi! Questo mi riporta alla mente una situazione in cui, dopo aver visitato per la prima volta il Museo a Cremona, un anziano al bar mi disse che Stradivari andasse di persona con il boscaiolo a scegliere e tagliare l’albero, e che per capire infine se il tronco fosse davvero quello giusto lo facesse rotolare per diversi metri: in base al “suono emesso dal tonfo” prendeva la sua decisione. Leggenda o verità? Chi lo sa, ma visti i pochi tronchi usati potrebbe anche essere vero.
Esiste una sana inimicizia tra Como e Lecco quando si parla di Manzoni e dei “Promessi Sposi“, di quale ramo del lago stava parlando? Uno stralcio del racconto cita «Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti..» può far pensare che si tratti del ramo di lago comasco perché ad un racconto così importante serviva una città di prestigio, ma così non è perché proseguendo con la lettura ci si imbatte nella frase «e l’Adda ricomincia per ripigliar poi il nome di lago». Ecco l’indizio che risolve l’enigma, il fiume Adda che muore nel lago di Como nell’alto Lario per poi rinascere dal lago di Olginate, attraversa il ramo lecchese. Non esiste il lago di Lecco!
Parlando di territorio, composto per lo più da aree montuose in cui sono circoscritte vette famose e meta di tanti appassionati scalatori, come il Monte Resegone, il Monte Cornizzolo, il Monte Barro ed il Monte Legnone, altrettante sono le strutture di origine medievale che testimoniano il passaggio e stazionamento dei Longobardi, come l’abbazia di San Pietro al Monte oppure il castello dell’Innominato ed il forte di Fuentes, oltre recente ed abbandonata attrazione commerciale più conosciuta: Consonno.


Dislocata su un territorio pianeggiante e molto fertile, con qualche collina qua e là, la provincia di Lodi è immersa in piena Pianura Padana ed a sud il passaggio del fiume Po disegna esattamente il confine con la vicina provincia di Piacenza in Emilia-Romagna. In questi territori, allevamento ed agricoltura sono da sempre le economie primarie, dalla quale si sviluppa la filiera di trasformazione delle materie prime come le produzioni casearie e foraggere, che portano il prodotto finito fino in tavola come nel caso del risotto con Raspadüra e salsiccia.
Mentre le origini di questa zona portano fino agli antichi romani, epoca in cui la città principale era chiamata Laus Pompeia (dislocata dove attualmente si trova Lodi Vecchio) e che storicamente non ebbe vita facile, fino alle due devastazioni subite nel 1100 che portarono ad una sua nuova edificazione in una posizione più strategica e difendibile (dove oggi sorge la città di Lodi). Molti popoli passarono da queste zone, lasciando dietro di loro molti tesori nascosti (anzi sepolti) che tutt’oggi vengono riportati alla luce durante scavi edili o di ricerca, e con la quale si riesce a scoprire di più della storia evolutiva di questa zona della bassa lombarda.
La coda della Lombardia (si fa per dire) che si insinua tra Emila-Romagna e Veneto a modi cuneo quasi ne volesse fare parte, terre di confine pianeggianti e luogo di scontri determinanti per l’Unità d’Italia come la battaglia di Solferino e di Medole, attraversate da diversi fiumi che rendono i terreni di questa zona ideali per la coltivazione di vitigni e l’allevamento di bestiame, con la conseguente produzione dei loro derivati. E della mostarda. E la sbrisolona.
Mantova è anche storia e cultura, due presenze molto forti dato l’importante passato medievale grazie ai Gonzaga, una famiglia capace di trasformare questi territori in capitali culturali del Rinascimento Italiano, in cui tutt’ora si percepisce questo sapere visitando le diverse strutture storiche come Palazzo Te ed il Duomo a Mantova, il Palazzo Ducale ed il Teatro Olimpico di Sabbioneta, il Santuario della Beata Vergine delle Grazie a Curtatone. Tutti luoghi, di una lunghissima lista, diventati negli anni Patrimonio UNESCO, per non parlare delle grandi aree verdi protette e le riserve naturali presenti lungo il fiume Mincio ed in tutto il territorio mantovano.


Provincia e città tra le più laboriose d’Italia con molti modi di dire legati proprio al mondo del lavoro, tra i più belli forse “voeuja de lauraa, saltum adòss“. Arte, moda, storia e finanza sono forse i pilastri portanti di un territorio che guarda sempre al futuro, grazie ad una città viva che mostra palazzi costruiti con marmi arrivati su chiatte che hanno navigato lungo i navigli, nuovi quartieri economici e sempre più verdi, le decine di eventi e sfilate annuali che attirano persone da tutto il mondo, le tante chiese (anche sconsacrate) che nascondono al loro interno pezzi d’arte unici, fino ad arrivare al Duomo di Milano con l’opera artistica più particolare (e mia preferita): la statua di San Bartolomeo.
Territorialmente posta nel pieno della pianura padana, nei secoli da qui sono passati diversi popoli conquistatori partendo dagli Insubri fondatori della città, dal Sacro Romano Impero ai popoli nordici, dall’Impero Spagnolo a quello austriaco, che hanno costruito, migliorato e lasciato segni indelebili. Fino ad arrivare al 2015 in cui la provincia di Milano si è evoluta diventando tutta una grande “Città Metropolitana di Milano”.
L’ultima arrivata e la più piccola di tutte, istituita nel 2004 ma operativa solo dal 2009, composta da comuni scorporati dalla provincia di Milano e che non volevano più vivere all’ombra di una città che non li rappresentava, come accadde pochi anni prima per la provincia di Lodi. La città capoluogo è Monza, tra l’altro 3° città per popolazione in Lombardia dopo Milano e Brescia, attraversata dal Villoresi ed ospitante un monumento bellissimo come la Villa Reale con tanto di giardini privati, collegati a piedi al gigantesco Parco di Monza. Un altro famoso punto d’interesse è l’Autodromo Nazionale di Monza, dove si disputa ogni anno il Gran Premio d’Italia di Formula 1.
Una delle economie più floride legate a questo territorio è quella dei mobilifici, un fiore all’occhiello di cui fanno parte tantissime realtà nazionali italiane molto famose, mentre una delle più buone (secondo me) nasce a partire dal 1900 ed è legata alla coltivazione dell’asparago Rosa di Mezzago, poi valorizzato e garantito dalla De.Co. (Denominazione Comunale).


Prima ancora delle attuali autostrade, le persone utilizzavano i corsi d’acqua per spostare merci molto ingombranti, oltre che per muoversi più velocemente rispetto al passo d’uomo via terra (già, in pochi possedevano un carro trainato dai cavalli o buoi e dovevano farsela a piedi). Per esempio, Leonardo da Vinci ha progettato e costruito i Navigli della provincia milanese per portare fino in Piazza Duomo i pesantissimi blocchi di marmo utilizzati per edificare la cattedrale e tante altre strutture meneghine. Per la costruzione della Certosa di Pavia è stato utilizzato lo stesso metodo? Può essere!
La provincia è difatti tagliata verticalmente dal fiume Ticino, che sfocia poi all’altezza del Ponte della Becca nel fiume Po, che invece la taglia orizzontalmente, presentando un territorio prettamente pianeggiante e collinare di quasi 3.000 km². La zona di maggiore spicco e pregio è quella dell’Oltrepò Pavese, in cui la viticoltura e la produzione di pregiati vini DOC rappresenta l’economia principale, ma nasconde stupende ed isolate strutture come l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio, le grotte di San Ponzo ed il Tempio della Fraternità, oltre a mete naturalistiche ancora molto selvagge come le cascate del Morcione ed altri sentieri legati ai territori del sud.
La provincia più a nord della regione, costituita da un territorio per lo più montuoso e dividibile in 3 compartimenti: ad ovest c’è l’area della Valchiavenna, al centro troviamo l’area della Valtellina, mente ad Est c’è l’area occupata dal connubio Bormio-Tirano-Livigno. Ricca di luoghi storici da visitare ed esperienze da vivere sia d’inverno che d’estate, questa provincia mantiene vivo il legame con la montagna, con piatti locali, ciaspolate, trekking, arrampicata, oltre ai momenti di relax trascorribili nei famosi bagni termali di Bormio. Altre economie sono legate al mondo del food, come la coltivazione di piante da frutto come il melo, l’allevamento di differenti tipi di bestiame e la produzione di prodotti d’eccellenza caseari e di salumeria quali Bitto e Bresaola IGP.
Questi territori a nord sono sempre stati storicamente molto importanti perché hanno rappresentato un corridoio di collegamento commerciale e militare con la parte nord del continente europeo fin dall’età romana, cambiando molte volte appartenenza passando dai Longobardi al regno Lombardo-Veneto, dalla dominazione grigiona alla Repubblica Cisalpina, fino a far parte del Regno d’Italia nel 1861, salvaguardando sempre la sua identità storica.


Questa è la provincia che conosco meglio (ed in cui ho registrato il maggior numero di episodi di LE) rispetto a tutte le altre perché… è quella in cui risiedo stabilmente, lavoro, esco la sera e vivo nei weekend!
Rappresenta il primo territorio scisso dalla primordiale provincia di Como (il secondo sarà poi Lecco), dando il via ad una competizione tra le due città capoluogo, soprattutto di tipo sportiva. La sua vicinanza con il territorio elvetico e la presenza di molte strada facilmente transitabili rende il varesotto una zona appetibile per i turisti svizzeri, oltre ad essere una delle poche province ad avere più città importanti e di rilievo a livello economico e politico, come Gallarate, Busto Arsizio, Saronno e Tradate.
A livello storico, tutta la zona del varesotto discende in maniera diretta dal feudo longobardo dei Seprio, infatti si trovano ancora moltissime tracce del loro passaggio lungo i territori della Valle Olona. Nel Medioevo il territorio venne inglobato dal Ducato di Milano (ah, Gemolo!), fino ad entrare a far parte del Regno d’Italia con l’annessione alla già esistente provincia di Como, dalla quale poi si distaccò nuovamente solo nel 1927.