Cascata del Troggia
- QUANDO ANDARCI: Primavera ed estate, attualmente l’accesso al percorso è vietato
- RAGGIUNGIBILE CON: Automobile
- CONSIGLIATO PER: Escursionisti ed escursionisti esperti
- DURATA DEL PERCORSO: Circa 30 minuti a tratta più il tempo della sosta o del pranzo al sacco
- LUNGHEZZA E DISLIVELLO: Fino a 1.70 km (A/R), dislivello positivo fino a 125 metri
- ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO: Comodo e sportivo, scarponcini e scarpe da fiume obbligatori
- COSA AVERE NELLO ZAINO: Pranzo al sacco, acqua, costume ed un telo
- SITI INTERNET DI RIFERIMENTO:
In Alta Val Biandino, a più di 1900 metri d’altitudine, è presente uno bacino d’acqua naturale che porta il nome di Lago di Sasso e dalla quale nasce il torrente Troggia, un corso d’acqua lungo più di 8 km che sfocia nel torrente Pioverna. Quasi alla fine del suo percorso, all’altezza dell’abitato di Introbio, è presente il suo salto d’acqua più spettacolare nominato la cascata del Troggia, che in passato finì per ammaliare anche Leonardo da Vinci, il quale la inserì nello storico “Codice Atlantico” citandolo con la seguente frase “In Valsassina, infra Vimognie e Introbbio, a man destra, entrando per via di Lecco, si trova la Trosa, fiume che cade da uno sasso altissimo, e cadendo entra sotto terra, e lì finisce il fiume”.
A questo lago, fonte del torrente, è legata la famosa leggenda del Ransciga: la storia racconta di un pastore che viveva in una baita vicino a Pizzo Tre Signori, molto burbero e solitario, soprannominato il Ransciga (un termine dialettale che serve per descrivere un coltello multiuso utilizzato dai pastori) perché nessuno sapeva il suo vero nome e nessuno voleva averci a che fare, e per lui l’unico animale degno di vivere era la capra.
E proprio durante il pascolo, notò svolazzare in cima al pizzo una strano uccello che non aveva mai visto prima, di colore nero e dalla forma ambigua: rimase lì a fissarlo per capire che razza fosse fino a quando quest’essere cominciò a precipitare puntando dritto verso il pastore, che con un balzo all’indietro riuscì a schivare l’impatto. L’uccello riprese subito il volo dopo qualche secondo, mentre il Ransciga iniziò a correre verso la baita per recuperare il fucile, con l’animale che iniziò ad aggirarsi per aria. Ci fu una seconda caduta libera ed il pastore, impaurito ed armato, decise di sparare senza esitare: nel momento in cui l’uccello venne colpito si trasformò in una palla di fuoco urlante, che si schiantò ai piedi del pizzo creando un cratere enorme nella verde vallata. Il Ransciga ricaricò nuovamente il fucile prima di avvicinarsi, e tra la filtra coltre di fumo nero vide il corpo bruciato ed inerme dell’essere, alla quale sparò nuovamente per assicurarsi che non fosse un sogno. Un urlo si alzò nuovamente in cielo, seguito da una voce cavernosa che gridò “io ora torno all’inferno, ma tu resterai per sempre dove ti trovi adesso e non potrai più parlare nemmeno con le tue capre”. A quanto pare il Ransciga capì d’aver sparato al diavolo, si pietrificò dalla paura ed in men che non si dica venne trasformato in un sasso.




Continuando ad esplorare nuovi punti d’interesse seguendo le orme di Leonardo da Vinci, sono finito ad Introbio, un piccolo paesino della Valsassina collocato esattamente sotto i Piani di Bobbio e facente parte della provincia di Lecco, distante in automobile un’ora e mezza scarsa da Milano ed un’ora da Bergamo. Una volta arrivati in zona, sono disponibili diversi posteggi in cui lasciare l’automobile sia la lato della provinciale che lungo la strada che porta il nome di Via della Cascata, al termine della quale è collocato l’ingresso del sentiero boschivo che ha come destinazione proprio una cascata.
La traccia GPS utilizzata per quest’escursione prevede di ripercorrere un sentiero boschivo costeggiando per 5-600 metri circa il torrente Troggia, un corso d’acqua che nasce dal Lago di Sasso a più di 1900 metri d’altitudine e sfocia nel torrente Pioverna, ed è suddividibile in 3 sezioni:
- La prima sezione del sentiero parte dai primo cartello informativo all’altezza del ponte artificiale in cemento armato e della piccola centrale idroelettrica Enel, dove sono presenti le prime e più piccole vasche, fino alla più gettonata spiaggetta di sassi in cui è posizionata forse la marmitta naturale più grande di tutte ed in cui è possibile nuotare senza problemi, oltre che fermarsi a prendere il sole e godersi il pranzo al sacco.
- L’escursione continua attraversando una folta ed inselvatichita boscaglia alternata da alcuni smottamenti rocciosi, che hanno causato il divieto d’accesso a questo sentiero dopo l’ordinanza comunale 90/2003 e ad oggi risulta ancora non agibile ed in sicurezza. Costeggiando ed utilizzando il torrente come punto di riferimento, si superano le pozze più piccole e le diverse aree in cui poter sostare.
- Uscendo dalla boscaglia, dopo aver superato un’enorme masso, si arriva a percorrere un breve pezzo di ferrata e scalata su roccia prima di trovarsi di fronte alla maestosa cascata Troggia, anche detta cascata del Troggia dato che si tratta del salto d’acqua del torrente Troggia, la cui altezza è di 100 metri circa e risulta ben visibile da ogni punto di questa zona ricca di massi giganti lungo il corso del torrente.
Nei periodi di piena, il fragore dell’acqua che s’infrange nella pozza è assordante ed il vapore acqueo (spinto dal flusso d’aria che si crea durante la caduta dell’acqua stessa) fa volare le micro-goccioline ovunque, bagnando sia la vegetazione che le persone circostanti. La pozza sottostante è molto ampia e riesce a raccogliere diversi metri cubi d’acqua, con una profondità di 3-4 metri circa nei pressi della zona di caduta, rendendo anche fattibile e piacevole una nuotata estiva nei casi in cui il flusso della cascata sia di bassa intensità altrimenti diventa pericoloso.
Alla fonte primaria del torrente Troggia è legata una particolare leggenda, che vede quindi come protagonista il Lago di Sasso ed un burbero pastore che alpeggiava con il suo gregge nei pressi di Pizzo Tre Signori. Per quanto riguarda il sentiero boschivo, grazie alla vicinanza con la strada principale, è diventato meta di molti turisti inconsapevoli dei pericoli ancora attivi nonostante sia stata rinnovata l’ordinanza comunale 90/2003 con la nuova 11/2020 pubblicata in data 29 maggio 2020: l’installazione di una cancellata e delle telecamere di sicurezza vietano quindi l’accesso al percorso, la cascata rimane quindi osservabile dal belvedere superiore posizionato lungo la strada Via per Biandino.